6 milioni di euro per una scuola all’avanguardia nella vallata del Trigno che raggruppi gli alunni di Carunchio, Castelguidone, Celenza sul Trigno, San Giovanni Lipioni, Roccaspinalveti, Torrebruna, Dogliola, Palmoli e Tufillo. È il progetto presentato dal partenariato Aree interne al presidente della Regione Luciano D’Alfonso qualche giorno fa e che già fa storcere i primi nasi.
AREE INTERNE – Il progetto (che unisce 33 Comuni del Basso Sangro e del Trigno) in realtà è molto più complesso e prevede un finanziamento di 8 milioni di euro per diverse linee di azione: “potenziamento dei percorsi di mobilità dolce (un milione di euro); sostegno alle imprese agricole per sviluppare filiere di qualità (un milione 500mila euro); sostegno alle attività turistiche (2 milioni di euro); sostegno ai sistemi produttivi territoriali (un milione 300mila euro); dote di comunità (un milione 400mila euro); miglioramento dell’offerta e della fruizione del patrimonio naturale e culturale (800mila euro); servizi digitali della PA verso cittadini e imprese (250mila euro)”.
Nella stessa occasione il raggruppamento di Comuni ha chiesto a D’Alfonso di sostenere presso il Miur il progetto di un polo scolastico a servizio dei Comuni su indicati. 6 milioni di euro l’investimento previsto sui quali lo stesso presidente si è detto fiducioso: “Ho già preso contatti con i vertici del ministero dell’Istruzione e ho avuto la disponibilità a prendere in considerazione l’iniziativa, che non si esaurisce solo nella costruzione di una scuola ma scommette su un nuovo modo di fare didattica, che potrà far nascere nei ragazzi la consapevolezza di quelle che sono le peculiarità del territorio, dando loro le competenze per farlo crescere“.
IL PRIMO DISSIDENTE – Il polo dovrebbe sorgere – il condizionale è d’obbligo – in un terreno tra i territori di Carunchio e Palmoli e questo non sta bene a Dogliola. Il sindaco Rocco D’Adamio a luglio si è visto bocciato proprio dal Miur il progetto – che aveva già ricevuto un parere per il finanziamento dall’assessore regionale Di Matteo – di un polo nell’area artigianale sulla Statale Trignina [LEGGI]. Il consiglio comunale aveva già apportato la necessaria variante al prg. D’Adamio, inoltre, ci aveva detto in un’intervista [LEGGI] di essere pronto ad abbattere eventuali strutture d’intralcio.
Ora, dopo l’ok in linea di massima di D’Alfonso all’altro progetto, lo stesso primo cittadino annuncia con voga a zonalocale.it che Dogliola non ci sarà: “Voglio dire categoricamente che Dogliola non parteciperà a qualsivoglia progetto che riguarda la costruzione di un plesso scolastico per le zone interne. Dogliola guarda al mare, non guarda alla montagna. Nel sito individuato ci sono solo i cinghiali, praticamente facciamo la scuola in mezzo alla natura. Bellissimo posto per carità, ma gli studenti hanno bisogno di altro”
SPIRAGLIO APERTO – A lasciare uno spiraglio aperto è il sindaco tirato in causa più volte nei vari progetti, Franco Paglione di Roccaspinalveti. Dopo la notizia dell’avanzamento del progetto Aree interne, Paglione ribadisce un concetto chiaro: “Non posso portare i miei ragazzi in un polo sulla Trignina come quello di Dogliola. La mia posizione resta la stessa di allora. In questo caso non sappiamo ancora in quale punto preciso sorgerà il polo, ma ribadisco che se sarà sulla Statale 650 per noi diventa troppo lontano e dovremo rinunciare”.
REBUS – Che la questione poli-scolastici fosse delicata si era compreso già più di un anno fa. In un incontro a Trivento con i presidenti di Regione di Abruzzo e Molise [LEGGI] si parlò di un eventuale polo a Canneto. Il sindaco di Carunchio, Gianfranco D’Isabella, tra i promotori dell’attuale progetto si tirò immediatamente fuori.
Per ora l’unico polo che nessuno contesta è quello che unirà le scuole di Guilmi e Carpineto Sinello [LEGGI] che, però, contando solo sui bambini dei due piccoli comuni potrebbe andare in sofferenza nei prossimi anni secondo le proiezioni Istat. Fatto sta che, almeno questo, dovrebbe vedere la luce all’inizio del prossimo anno scolastico. A breve dovrebbe esserci l’assegnazione dei lavori.
Intanto, i poli innovativi, visti anche come misura contro lo spopolamento faticano a trovare un’unità d’intenti tra i sindaci e mentre si cerca la lungimiranza perduta i fondi rischiano di essere dirottati altrove.