“Chiederemo che le nostre interpellanze vengano riammesse, se non sarà così siamo pronti a clamorose forme di protesta, come l’abbandono dell’Aula”. Lo avevano annunciato in conferenza stampa un’ora prima del Consiglio comunale di oggi i consiglieri di San Salvo Democratica Domenico Di Stefano e Gabriele Marchese e così hanno fatto, insieme a tutti i colleghi di opposizione presenti. Tema del contendere, il mancato inserimento all’ordine del giorno di 4 interpellanze presentate dall’opposizione e indirizzate al sindaco Tiziana Magnacca: una relativa agli accertamenti della guardia di finanza sui mercati e gli spettacoli estivi sul litorale, una relativa alla gestione della Casa famiglia, una relativa alle proroghe degli appalti e un’altra sulle condizioni di trasporto degli studenti pendolari. In sospeso c’è anche una interpellanza a risposta scritta sugli accertamenti Tarsu che – come denunciato dagli esponenti di SSD – “aspetta ancora di ricevere risposta nonostante i termini siano scaduti”.
Le ragioni del mancato inserimento delle interpellanze, in una nota del presidente del Consiglio comunale, Eugenio Spadano, che spiegava come le stesse non fossero state indirizzate al presidente, che ha proprio il ruolo di inserirle come punti all’odg del Consiglio. In conferenza stampa, però, Marchese ha mostrato interpellanze presentate negli anni passati – dal 2009 al 2016 – indirizzate unicamente al sindaco. “Come mai proprio adesso tutto questo zelo?” si è chiesto Marchese, dando una propria interpretazione: “L’atteggiamento è cambiato dall’11 agosto, da quando cioè abbiamo posto la questione delle borse lavoro. Forse si vuole dare una lezione all’opposizione? Noi non ci stiamo, il compito di chi amministra e trovare soluzioni ai problemi, non crearne. Sono state escluse questioni concrete che riguardano tutti i cittadini, il sindaco faccia tesoro di questa denuncia che facciamo e si impegni per i problemi della città, non in queste piccole azioni di cabotaggio che non fanno onore alla città di San Salvo e al suo Consiglio comunale”.
In sede di Consiglio, è stato poi Di Stefano a confermare le critiche all’atteggiamento del presidente nel suo intervento sull’ordine dei lavori, chiedendo spiegazioni a riguardo e la riammissione delle interpellanze per ristabilire quella che Marchese ha definito “l’agibilità democratica”. Dal canto proprio, il presidente Spadano ha spiegato che in più occasioni, compresa l’ultima riunione dei capigruppo, aveva ricordato ai consiglieri il corretto iter per presentare le interpellanze, includendo in indirizzo il presidente del Consiglio, per dare modo di svolgere correttamente il compito attribuitogli di inserimento degli ordini del giorno: “Per un po’ siamo stati flessibili, sperando che col tempo i consiglieri prendessero atto delle corrette procedure, ma così non è stato e siamo stati costretti a dare un segnale. Questa decisione, lungi dal voler essere un atto di arroganza, è un modo per sollecitare l’attenzione sul rispetto delle regole“. Insoddisfatta l’opposizione, che ha accusato il presidente del Consiglio di “arrampicarsi sugli specchi” e ha abbandonato l’Aula.
A quel punto, la maggioranza – considerata l’assenza dell’opposizione – ha rinviato il punto all’ordine del giorno relativo alle interpellanze (ce n’erano di ammesse) e ha votato all’unanimità dei presenti gli altri punti all’ordine del giorno: variazione di bilancio, regolamento della biblioteca comunale e la presa d’atto dell’indicazione giunta dall’ultima riunione dei sindaci sul nuovo Piano sociale regionale, che ha indicato Vasto come comune capofila.