“È un’emozione incredibile”. Poche parole che condensano quanto vissuto da Andrea Iannone in un pomeriggio d’estate in terra austriaca. In quattro anni MotoGp, due con la Ducati del Team Pramac, due (compreso quello attuale) sulla Desmosedici del team ufficiale, tante volte è passato sotto la bandiera a scacchi. Mai, però, davanti a tutti gli altri piloti in gara.
Bravo, veloce, di talento. Capace di conquistare la pole position (ieri la sua seconda in MotoGp), di fare giri veloci e di spingere la sua moto oltre i 350 km/h. Mancava ancora qualcosa, anche se c’era andato tante volte vicino e poi, per tanti motivi, era stato costretto ad aspettare. Un’attesa durata fino a questo 14 agosto in cui è arrivata la sua prima vittoria nella classe regina da festeggiare con il suo team e la sua famiglia.
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Iannone il temerario. “Ho scelto di partire con la gomma morbida, a differenza di tutti gli altri piloti che hanno utilizzato la dura”. Il suo Gp d’Austria inizia con un azzardo nella scelta dello pneumatico anteriore. Scelta rischiosa, condivisa con il suo ingegnere di pista. “Ieri in prova ho utilizzato sia la dura che la morbida e con questa mi trovato meglio. Quando ho comunicato la mia preferenza sia nel team che in casa Michelin non erano molto d’accordo”. Una decisione tenuta in bilico fino a poco prima del via. “Poi mi sono detto: believe in yourself. Il mio ingegnere mi ha appoggiato e siamo andati avanti nella nostra decisione”.
Iannone lo stratega. Nei 25 giri della gara austriaca è partito veloce, poi ha fatto un po’ di giri dietro a Dovizioso prima di piazzare il sorpasso vincente. “Ho fatto tutta la gara con un po’ di margine, se vuoi vincere deve essere così. La moto è stata a posto per tutto il weekend, avevo un ottimo feeling. Sono partito molto piano – racconta a fine gara – restando davanti ma senza spingere tanto per non consumare gomme e benzina”. La scelta ha pagato perchè “a 10 giri dalla fine avevo ancora benzina da poter utilizzare e ho cambiato passo, iniziando a spingere forte”.
L’omaggio di Rossi. Per poco non c’è stato un podio tutto italiano perchè Rossi è arrivato quarto, alle spalle di Lorenzo. Ma Valentino, nel giro d’onore, ha festeggiato insieme all’amico per questo suo traguardo raggiunto. È stato proprio Rossi, quando Iannone lo ha affiancato dopo il traguardo, ad invitarlo ad un’impennata “in tandem”, per celebrare così questo primo successo nella classe regina.
Il dolore? “Non lo sentivo”. La vittoria fa passare tutto in secondo piano ma a dare sostanza al successo del vastese ci sono le condizioni di salute con cui si era presentato in Austria. Una caduta mentre si allenava facendo motocross gli aveva “regalato” una costola dolorante. “La clinica mobile e il mio fisioterapista hanno lavorato molto bene – ha spiegato in conferenza stampa -. Ho avuto un po’ di dolore negli ultimi 5 giri ma l’adrenalina era tanto più forte che non ci ho pensato. Mi sono concentrato sulla corsa e ho spinto forte”.
I complimenti da Vasto. “Vasto è orgogliosa di questa straordinaria vittoria. Grazie Andrea!” . Il sindaco Francesco Menna ha così espresso i suoi complimenti al concittadino. “Saremo felici di accoglierti n un Consiglio Comunale straordinario in cui celebreremo questo evento storico per la nostra comunità”, ha scritto Menna. Gli fa eco l’assessore allo sport Carlo Della Penna. “Dopo anni di sacrifici è arrivata questa prima vittoria in Moto Gp. Vasto è con Iannone. Grazie, Andrea! Con te siamo sul gradino più alto del mondo”.
La gioia in rosso. La casa di Borgo Panigale non vinceva un Gp da 6 anni. Ironia della sorte ha voluto che il ritorno al successo sia stato firmato dal pilota che a fine stagione lascerà il box rosso per andare in Suzuki. “È la mia prima vittoria in MotoGp con la Ducati – dice Iannone nel parco chiuso -. Ho lavorato per questo obiettivo in questi quattro anni. Questo incredibile gruppo mi ha sempre supportato al 100%”. Poi aggiunge: “Peccato che con la Ducati l’hanno prossimo ci separiamo, eravamo arrivati ad un livello molto importante. Ma va bene così, sono contento delle scelte che ho fatto”. Ma ci sono ancora otto gare per cercare di vivere emozioni come quelle di oggi.