“I nostri ragazzi sono costretti a emigrare in Australia e in Germania. Come facevano i nostri nonni. Vasto è diventata una città di emigranti. Il lavoro ai vastesi”, tuonano Patrizia, Monica e Angela a nome del gruppetto di disoccupati. Incatenati nel centro di Vasto, davanti al monumento di piazza Rossetti perché il problema della disoccupazione e dei salti mortali che le famiglie devono fare per arrivare a fine mese venga messo al centro della politica cittadina. Per tutta la campagna elettorale si è parlato quasi esclusivamente di altro. A livello locale e nazionale-
“Il diritto al lavoro è sancito dalla Costituzione”, protesta Patrizia De Rosa. “Ma le nostre famiglie sono costrette a sopravvivere con poche decine di euro. E i nostri figli stanno diventando i nuovi emigranti. I ragazzi partono per l’Australia e la Germania. Vasto rimarrà senza i suoi giovani. E’ già una città morta, lo vediamo tutti i giorni. Io – racconta Patrizia – ho mandato il curriculum a tutti, enti pubblici e imprese private. Niente da fare. Ho presentato domanda per ottenere un voucher comunale e poter espletare il servizio di assistenza domicliiare agli anziani. Ma ora, oltre alla documentazione sullo stato di famiglia e sul reddito, bisogna anche sostenere il colloquio. E così noi persone bisognose, separate e con figli minorenni a carico, siamo legate alla valutazione discrezionale di chi ci esamina. Ho presentato ovunque il mio curriculum. Mi viene sempre chiesto: Hai conoscenze? Cosa significa? Ci vuole la raccomandazione per lavorare part-time e vivere dignitosamente? Intanto, non ce la facciamo a tirare a campare. Poi nessuno si lamenti se cresce la criminalità e la gente ruba per necessità. Chiediamo solo di poter vivere con dignità. I politici non diano in appalto i servizi pubblici a società di fuori città. Il lavoro ai vastesi“.
“Non ho ottenuto il voucher, ho un marito disoccupato e un bimbo di 6 anni da crescere”, racconta Monica. “Ci tocca vivere con 20 euro alla settimana”.
Insieme ai manifestanti c’erano anche il consigliere comunale Andrea Bischia, ex presidente dell’Istituzione dei servizi sociali, e Stefano Moretti dell’associazione Azzurro per la libertà: “E’ incredibile – afferma quest’ultimo – che le persone debbano incatenarsi in piazza per rivendicare il loro sacrosanto diritto alla dignità e al lavoro. E poi vengono assegnate case popolari e sussidi a persone che non ne hanno alcun diritto”.
Foto – Disoccupati si incatenato in piazza Rossetti
“Non vogliamo i milioni di euro che si mettono in tasca i politici ogni anno… Vogliamo solo il diritto di poter sognare il nostro futuro!”: con questo slogan un gruppo di disoccupati vastesi si è incatenato in piazza Rossetti.