“Ho rifiutato la linea di Casini, che mi ha detto: alle elezioni facciamo il pareggio e poi ci mettiamo d’accordo”. Lo ha rivelato a Vasto Bruno Tabacci, fondatore insieme a Francesco Rutelli e Massimo Donadi di Centro democratico, il partito nato il 28 dicembre scorso e alleato con Pd e Sel nel centrosinistra che candida premier Pier Luigi Bersani.
Ieri sera, con oltre un’ora di ritardo accumulata nel suo tour abruzzese, Tabacci, che per candidarsi al Parlamento si è da poco dimesso da assessore al Bilancio del Comune di Milano, è intervenuto all’incontro pubblico organizzato da Cd alla Multisala del Corso. Di fianco a lui i candidati alla Camera e al Senato, Paolo Palomba e Lucio Achille Gaspari, e l’ex candidato sindaco centrista di Vasto, Incoronata Ronzitti.
“In Abruzzo ci eravamo staccati dal meridione, avvicinandoci ai redditi del nord”, ricorda Lucio Gaspari, chirurgo e professore universitario a Roma. E’ figlio di Remo Gaspari, l’ex ministro morto a 90 anni nella sua casa di Gissi il 19 luglio del 2011. “Ora stiamo indietreggiando. Dobbiamo diluire le spese della politica e riportarla al contatto con la gente”. Poi il riferimento al suo lavoro come esempio per l’impegno nel nuovo partito: “Nella chirurgia, quello che si fa si vede. Lo vedono i pazienti e i loro familiari. Non c’è spazio per le chiacchiere”.
“Berlusconi ha fatto molte promesse e non ne ha mantenuta neanche una”, esordisce Tabacci. “Ci ha promesso che saremmo diventati tutti più ricchi, ma questo ha riguardato solo la sua persona”. Ma i bersagli sono due: il centrodestra e il raggruppamento che si colloca a sinistra rispetto all’asse Pd-Sel-Cd. Ingroia, il magistrato antimafia sceso in campo nell’attuale, frammentato quadro politico e la sua lista Rivoluzione civile. E’ “uno che gestisce la giustizia e poi si candida nella stessa comunità in cui risiedono le persone che ha giudicato. Fino a oggi ha giudicato, ora si candida, ma minaccia di tornare. Non si può fare il giorno prima il magistrato, poi entrare il giorno dopo in politica e, al termine di questa esperienza, rietrare il giorno dopo nella magistratura. E’ un passaggio che va disciplinato. Nel 1992, quando mi candidai per la prima volta al Parlamento, mi dimisi dal Consiglio regionale sei mesi prima delle elezioni. E non ero ancora sicuro della mia candidatura, la Democrazia cristiana non aveva ancora deciso”.
Rivoluzione civile è il bersaglio principale. Del raggruppamento di Ingroia fa parte anche l’Italia dei valori, di cui è leader Antonio Di Pietro. Centro democratico ha raccolto diversi dissidenti dell’Idv: Massimo Donadi, uno dei fondatori, è stato capogruppo alla Camera dei dipietristi. Lo stesso Palomba, candidato di Cd in Abruzzo e nel Lazio, è stato consigliere regionale dell’Idv fino a qualche settimana fa.
“Di Pietro – polemizza Tabacci – non ha guardato a fondo, quando ha scelto i suoi candidati. Razzi e Scilipoti li ha portati lui in Parlamento. Dobbiamo reinventare un Paese ordinato. Non possiamo più permetterci un fisco in cui evade un quarto della popolazione. Se il 25% della nostra economia è in nero, vuol dire che ogni quattro anni è come se un anno fosse trascorso evadendo totalmente le tasse. La mancanza di lavoro è legata al fatto che siamo inceppati. La ricchezza non si basa sulla finanza, ma sul lavoro. Qualcuno per anni ci ha fatto credere di avere solo diritti. I diritti possono camminare solo sulle gambe dei doveri. I diritti senza doveri diventano pretese. Ho chiesto a Lucio Gaspari di candidarsi per la storia di suo padre, un uomo di Stato che più di tutti ha fatto il bene dell’Abruzzo. Una storia bella e importante, che è vostra”.
Foto – Bruno Tabacci a Vasto lancia Centro democratico
Bruno Tabacci, leader di Centro democratico, lancia a Vasto le candidature di Paolo Palomba e Lucio Achille Gaspari.