256 residenti nella città murata originale, neanche 1.000 nel limitrofo quartiere Savoia/Garibaldi. Sono i numeri che vengono fuori dalla relazione tecnica presentata ieri a San Salvo.
Lo studio “Identità, valorizzazione e recupero del Centro storico di San Salvo; caratteristiche tipologiche del tessuto urbano nella città murata e nel quartiere Garibaldi/Savoia; ipotesi di conservazione” degli architetti Davide Longhi (università di Ferrara) e Denis Bordignon (Urban Center di Bassano) è stato illustrato ieri alla Porta della Terra alla presenza di un pubblico numeroso.
Il lavoro commissionato dagli assessori Giovannino Artese e Giancarlo Lippis (Cultura e Lavori pubblici) – che a detta degli amministratori “vuole porsi all’inizio del percorso che porterà al nuovo piano regolatore” – analizza l’evoluzione storica del centro sansalvese. Un piccolo borgo a pianta quadrilatera, San Salvo, che nel ‘700 aveva ancora una superficie di appena 11mila metri quadri. Quella forma poi si trasformò in una “L” e in un triangolo con il centro abitato che via via andava estendosi lungo le vie direttrici di ingresso e di uscita.
Sfogliando la relazione tecnica, i numeri tracciano ancora più chiaramente una delle criticità di San Salvo, lo spopolamento del suo centro storico. I residenti dei quartieri storici superano appena le mille unità distribuite in 594 abitazioni; da mettere nel conto, poi, 212 tra garage e magazzini. La densità demografica è comunque maggiore a quella del resto della città, nonostante il grande numero di alloggi sfitti: 1 abitante per 50 mq di territorio contro 1 per 300 mq nel resto della città.
Perché si è arrivato a questo? Nello studio di Longhi e Bordignon vengono individuate quali cause principali “la mancanza di qualità, la polverizzazione delle proprietà da divisioni ereditarie e la mancanza di parcheggi e spazi verdi”.
“Una politica di riaccorpamento delle proprietà – continua lo studio – permetterebbe peraltro una più facile riqualificazione urbana dell’area. Il numero di parcheggi è un terzo delle abitazioni: ciò spiega la difficoltà di molti abitanti a investire nella ristrutturazione delle proprie abitazioni. In un’ottica di riconversione urbana, i locali oggi adibiti a magazzini e i depositi nelle aree centrali potrebbero essere facilmente legati alle unità immobiliari per aumentarne la superficie totale spesso ridotta”.
IL FUTURO – Il centro storico attuale è molto diverso. Nella presentazione di ieri sono state evidenziate le numerose demolizioni che si sono succedute nel tempo snaturando l’antico borgo. Solo in piazza San Vitale si contano 11 edifici abbattuti, le restanti dimore realizzate per “affacciarsi” su stretti vicoli si sono ritrovate esposte su uno spazio ben più ampio.
Per conferire nuovamente un’identità al centro storico sansalvese in definitiva c’è ancora molto da fare. Le linee guida abbozzate nello studio (uso dei colori ecc. e decaloghi delle buone pratiche, LEGGI) sono ancora da affinare.
Il nodo centrale resta, però, la presenza di cittadini nel nucleo originario di San Salvo.
L’assessore Lippis ha confermato la volontà di abbattere la scuola di via De Vito per ricavare parcheggi da quell’area. Il decentramento della popolazione studentesca va nella stessa direzione del recupero del centro storico?