La questione “poli scolastici” continua a tenere banco e a ogni nuovo incontro sull’argomento si moltiplicano i dubbi sulla collocazione di una struttura unica per gli studenti dei vari comuni dell’entroterra vastese.
L’ultima occasione per parlarne è stata quella di ieri a Trivento, dove le giunte regionali di Abruzzo e Molise si sono date appuntamento nella sede della curia per discutere di strategie per le aree interne [l’articolo dell’Eco dell’Alto Molise].
Il convegno è stato prececeduto da una tavola rotonda tra gli amministratori dei piccoli comuni delle vallate del Trigno (sia della sponda abruzzese che molisana) e del Treste alla presenza dei presidenti Luciano D’Alfonso e Paolo Di Laura Frattura. Sebbene la discussione volesse essere più ampia, il punto nodale resta il posizionamento dell’eventuale polo che inevitabilmente genererà scontenti.
Quello localizzato a Canneto (Roccavivara) suscita più di un malumore. Quello più forte, ieri, sicuramente è stato del sindaco di Carunchio Gianfranco D’Isabella che prendendo la parola si è tirato fuori dal progetto: “Mi dispiace, ma se è Canneto, Carunchio si tira fuori e sono costretto a trovare altre soluzioni”.
D’Alfonso ha cercato di tagliare corto: “Non è il momento di entrare in questo livello di dettaglio. In sede tecnicale si individueranno le zone con uno studio attento, ora si sta iniziando a dare forma alla sensibilità verso le aree interne”.
Dall’altra parte, però, la “giacchetta” del presidente abruzzese veniva tirata da Giovanni Di Stefano, primo cittadino di Fresagrandinaria aderente all’altro progetto, quello del polo scolastico nell’area artigianale di Dogliola per il quale è già stato approvato un finanziamento di circa 2 milioni di euro [l’articolo]: “Per l’ubicazione del polo bisognerà guardare al numero degli studenti. Si possono anche raggruppare 10 comuni, ma se ognuno porta 10 studenti, il polo andrà in sofferenza”.
Il polo di Dogliola (che unirebbe Dogliola, Fresagrandinaria, Lentella, Palmoli e San Felice del Molise) sulla carta avrebbe i numeri, ma questi sono stati gonfiati con l’inserimento degli alunni di Roccaspinalveti che, invece, non vi ha aderito [l’articolo].
Non è mancata la rumorosa protesta di un cittadino di Trivento che urlando ha evidenziato come il suo comune abbia tutti i numeri per preservare una scuola autonoma.
Insomma, la partita, pur essendo lontana dall’essere chiusa, inizia a scaldare gli animi. “Sottovoce”, fuori dall’ufficialità dell’incontro, qualche primo cittadino ha anche espresso perplessità sulla reale efficacia dei poli scolastici per contrastare lo spopolamento.
Ad oggi, forse, la via più logica pare essere quella di un polo nella valle del Treste e uno nella valle del Trigno, ma su quest’ultimo (sul quale la discussione è più concreta) i timori di allontanarsi troppo dai propri campanili sono già ben evidenti.