Il gigante dai piedi d’argilla aspetta da decenni di essere consolidato. Le crepe del piano interrato sono inquietanti. Ecco le foto che lo testimoniano. Anche lì, nei luoghi più nascosti di Palazzo d’Avalos, sabato mattina i tecnici del Genio civile hanno eseguito un sopralluogo. “L’edificio non presenta rischi strutturali”, ha detto nel tardo pomeriggio in municipio il presidente della Regione, Luciano D’Alfonso, al termine dell’incontro con gli amministratori comunali di Vasto e gli stessi responsabili del Genio civile.
Ma le fondamenta dell’antica residenza marchesale e quelle fenditure del seminterrato si trovano a pochi metri dalla balconata dei giardini, che ha ceduto di schianto sabato mattina sotto il peso della pioggia, che ha ingrossato e appesantito il terreno fino a provocare il crollo. Ma il d’Avalos, l’edificio monumentale che, più di ogni altro, simboleggia la storia e la cultura della città, è un gigante ferito e mai curato, come denunciava nell’autunno di due anni fa un’inchiesta di Zonalocale (leggi l’articolo).
“Abbiamo presentato alla Regione Abruzzo tre richieste di schede di finanziamento”, raccontava il 18 novembre 2013 Roberto D’Ermilio, dirigente del settore Lavori pubblici del Comune di Vasto. “A luglio 2012, abbiamo chiesto 400mila euro per l’ampliamento degli spazi espositivi della pinacoteca. Altre due istanze le abbiamo inoltrate tre mesi dopo: un milione 650mila euro per il consolidamento dell’angolo Nord-Est, l’unico che non è mai stato restaurato in epoca recente; altri 800mila per risistemare il cortile interno e tutte le facciate. Non abbiamo ricevuto risposta”.
Ora, dopo il crollo, arriveranno i soldi per tamponare l’emergenza. Con la promessa dei fondi necessari a un consolidamento completo del costone orientale di Vasto, tanto splendido quanto fragile, come dimostra la storia della città e alcune avvisaglie del recente passato: lo smottamento della balconata di piazza Marconi (“gli interventi, condizioni meteo permettendo, dovrebbero terminare nel giro di poche settimane”, dice Nicola Tiberio, assessore ai Lavori pubblici) e l’avvallamento sempre più preoccupante sulla loggia Amblingh.
Come da sempre accade a Vasto, interventi parziali e spesso in ritardo. Mentre addosso a Palazzo d’Avalos rimangono, tutti e inesorabili, i segni del tempo. Nel corso degli anni è diventato un contenitore: utile per gli eventi estivi, per le kermesse politiche, per una pista di ghiaccio installata nel cortile nel 2011 e per i convegni. Ma mai restaurato a dovere.