Firenze, via della Nave di Brozzi. In un casolare del 1300 c’è lo studio di Mario Pachioli, artista nato e cresciuto a Vasto, ma ormai da tanti anni trasferitosi nel capoluogo toscano. Ma il legame di Pachioli con la sua terra d’origine, in cui torna spesso, è sempre molto forte. Basta osservare le pareti del suo studio, dove campeggia una riproduzione del gonfalone della città del Vasto, per capire come la vastesità sia radicata in lui. Gli ampi spazi del casolare sono il “regno”. È nel silenzio di questa zona ai margini del tessuto cittadino fiorentino che il maestro Pachioli studia, sperimenta, crea, realizza le sue opere. Dai bozzetti fino alle opere finite nella grande bottega ci sono tantissimi lavori realizzati da Pachioli, con diverse tecniche ma sempre con il suo inconfondibile stile, fatto di linee morbide e sinuose, che nelle figure femminili e nei “celebri” cavalli, sono una sorta di “marchio” dell’artista. E, tra un soggetto e l’altro, ci sono anche i lavori preparatori di quello che sarebbe dovuto essere il nuovo portale di San Pietro, opera che si è persa nel tempo.
In una parete dello studio Pachioli conserva i ritagli dei giornali che parlano di lui e, tra testate nazionali e internazionali, ci sono anche tanti articoli di giornali vastesi e abruzzesi, a testimonianza di quel legame con la sua terra d’origine. Celato sotto un telo di protezione c’è il blocco di argilla a cui sta dando forma per il suo ultimo lavoro. Si tratta di un’opera importante, ancora nella prima fase, quella della modellazione per dare vita poi al calco e alla fusione del bronzo. Nei prossimi mesi, quando vedrà la luce, Pachioli ci racconterà qualcosa in più di questa opera.
Intanto continua a creare nella pace della sua bottega, accompagnato dalla musica classica che fa da sottofondo al suo lavoro, sempre pronto a ricevere la visita di qualche vastese che dovesse trovarsi a passare dalle sua parti. (Il sito web con i contatti)