Lavoratrici, madri, mogli. Donne. Che nel giorno a loro dedicato faranno ancora una volta i conti con l’amarezza e la rabbia, così come ormai accade da tanti, troppi giorni. Da quando l’azienda per cui lavoravano, per cui hanno lavorato per tanti anni, ha chiuso i battenti per andare a produrre altrove. Le assemblee, le proteste, i presidi. Sembrava fossero serviti a tornare ad avere un lavoro. E invece no. In uno degli ultimi incontri sulla Val Sinello è stato detto che il caso della ex Golden Lady di Gissi è emblematico perchè rappresenta un caso importante di occupazione femminile. È così, perchè la maggior parte di chi lavorava nello stabilimento di produzione di calze erano donne.
Quelle donne che quest’estate, quando il castello di carte di una riconversione fasulla è crollato con un soffio, hanno protestato notte e giorno per tornare ad avere un lavoro. Non è un modo di dire, le lavoratrici della ex Golden Lady, insieme ai loro colleghi uomini, si sono date il cambio per presidiare lo stabilimento 24 ore su 24. Lasciavano mariti e figli a casa per portare avanti la rivendicazione ad un diritto scritto nel primo articolo della Costituzione italiana: il lavoro. Sono state il cuore della battaglia, senza mai tirarsi indietro neanche di fronte ai camion che tentavano di “sfondare”, senza mai mancare un turno di guardia. E anche oggi sono impegnate a non abbassare la guardia, a fare in modo che non si spengano i riflettori su una vicenda che prima o poi dovrà presentare il conto a qualcuno. Sono le donne del Vastese che gridano a gran voce le rivendicazioni di un territorio abbandonato.E alla loro voce si unisce quella di altre donne, del vicino stabilimento Canali, la cui situazione è sempre delicata. Concetti come emancipazione, parità dei diritti, uguaglianza, dignità, avevano trovato compimento con la grande occupazione femminile della Val Sinello.
Ora? Le donne della ex Golden Lady, madri, mogli, un po’ meno lavoratrici visto che il lavoro è andato dall’altra parte dell’Adriatico, non si fermano. Lo ricordano ad ogni presidio, ad ogni appuntamento. Se lo scorso anno la festa della donna ha avuto toni contrastanti, con una luce di speranza che sembrava portare verso acque serene, quella di quest’anno si presenta con tinte decisamente più scure. Ma c’è da star certi che proseguiranno nella loro battaglia, per loro e per le loro famiglie. A loro e a tutte le donne che in questo anno hanno vissuto e continuano a vivere situazioni di estrema difficoltà, va un pensiero speciale in questo giorno.