“O i politici e la Regione trovano una soluzione in breve tempo, oppure tra due mesi il Cotir chiude”, con queste parole Simona Velletri, dipendente e rappresentante sindacale Rsa Flai-Cgil sintetizza quella che è la situazione all’interno del Consorzio per la divulgazione e sperimentazione della tecniche irrigue.
Insieme a lei, oltre ai dipendenti che da 14 mesi non ricevono lo stipendio, nell’assemblea permanente aperta in mattinata, sono presenti altri rappresentanti delle sigle sindacali che hanno voluto lanciare l’ennesimo grido di allarme, che potrebbe essere l’ultimo, di una situazione che va avanti da più di un anno, nonostante le tante promesse ricevute.
E proprio tutte queste promesse sono state stampate e affisse alle pareti del consorzio, a testimonianza che nulla è cambiato. Qualcuno sarcasticamente dice: “Puntiamo a battere il record e superare le 15 mensilità senza soldi”, ma al di là delle battute la situazione è drammatica. Ad ascoltare ci sono anche il responsabile regionale del Pd Silvio Paolucci e il consigliere comunale di Vasto Paola Cianci.
“Un incontro organizzato – spiegano i dipendenti – per denunciare la drammatica situazione economica che i lavoratori sono costretti a subire, il disinteresse della politica regionale nei confronti delle problematiche dei centri di ricerca, nonchè le inadempienze verso gli impegni assunti dalla Regione con la legge di istituzione dei Centri di Ricerca Regionali. Inoltre i lavoratori vogliono denunciare i ritardi e i disguidi che sistematicamente colpiscono i provvedimenti che stanziano le risorse per i centri di ricerca, nonchè l’inadeguatezza del managment designato alla gestione del Cotir”.
Diversi i tentativi fatti dai lavoratori che hanno preso parte anche ad incontri con i politici, ma tutto ciò non ha portato ad alcun risultato, l’ultimo pagamento ricevuto risale al gennaio 2013 e non si vedono vie di uscita confortanti all’orizzonte.
“Siamo al collasso – dice Elvio Di Paolo, Rsa Fai-Cisl – non siamo più in grado nemmeno di pagare le bollette, a breve verranno disattivate tutte le utenze. La politica regionale ci faccia sapere se siamo utili o meno, qui ci sono professionalità eccellenti, se non lo fossimo stati ci avrebbero dovuto far chiudere già qualche anno fa. Attualmente lavoriamo senza sapere se i nostri progetti sono stati finanziati”. A chi definisce il Cotir un carrozzone risponde: “L’errore più grave è stato far gestire tutto alla politica e non a dei tecnici, adesso di cosa si lamentano? Non ci sottraiamo al giudizio degli esperti, ma non accettiamo quello dei politici. In un anno noi costiamo meno che un mese di Consiglio regionale. I politici vivono nei privilegi e noi lavoriamo, o almeno speravamo di lavorare, nell’indigenza”.
Ai politici locali si chiede di farsi carico della questione e di farsi sentire, anche “sbattendo i pugni sul tavolo se necessario”, per trovare una soluzione in tempi brevi. Tante famiglie sono in attesa di risposte per il loro futuro e quello dei propri figli. Tenendo in considerazione anche che i soldi che devono ricevere sono per lavori già eseguiti. Il timore ulteriore è che a due mesi dalle elezioni si fermi tutto e non si intraveda concretezza, almeno fino ad ottobre 2014. “Solo la Regione non si è ancora resa contro di tutto ciò, come fossimo un peso, continua a parlare e fare promesse che non mantiene, non si è mosso nulla, eppure in molti erano a conoscenza di ciò che rischiavamo”, denunciano i sindacati. Una possibilità sarebbe quella di far entrare il Cotir nel finanziamento del bilancio regionale per ricevere dei fondi.
In serata, dopo una giornata di presidio, alle 18.00 è in programma una riunione del consiglio di amministrazione, i lavoratori volevano che fosse pubblica, ma la loro richiesta non è stata accettata. I dipendenti hanno anche chiesto provocatoriamente le dimissioni del cda non ritenuto all’altezza, ma i dirigenti non sono dello stesso parere.
“Ci stanno togliendo la voglia e la passione per il lavoro – conclude Simona Velletri – in questo modo, non siamo sereni e tranquilli, lavorare così è molto pesante, anche se non di dovrebbe parlare di lavoro, visto che non è retribuito”.
Foto – Emergenza salari al Cotir
I dipendenti del Cotir sono da 14 mesi senza stipendio, continua la protesta.