Domenica 26 gennaio, pochi secondi dalla fine del match. BCC Vasto Basket sotto di 3 punti con il Porto Sant’Elpidio dopo essere stata in vantaggio di 23. L’ultima chance per i biancorossi è il tiro da 3 di Antonio Serroni che però subisce fallo. Deve andare in lunetta e tentare per 3 volte di fare canestro se vuole salvare i suoi. L’esito è quello che tutti ben conoscono.
Quanto pesava quel pallone?
Pesava però ero in una partita abbastanza positiva, quindi sapevo che potevo fare tranquillamente 3 su 3 e sono andato in lunetta convinto di fare 3 su 3. Dovevo farli, per non vanificare tutto il lavoro della squadra, sarebbe stato veramente brutto. Abbiamo chiamato lo schema per me e il difensore è venuto addosso per non farmi tirare, facendo fallo.
E’ stata una partita folle che avete seriamente rischiato di perdere. Cosa è successo?
I primi due quarti abbiamo giocato a pallacanestro come sappiamo fare noi. Quando iniziamo a passarci la palla in quel modo non ce n’è per gli avversari. Abbiamo avuto un po’ un calo, forse ci siamo rilassati e loro si sono fomentati anche perchè è arrivato il pubblico marchigiano, hanno messo qualche tiro da 3 in serie e hanno preso coraggio.
Le statistiche dicono che, con il 47,6%, sei il miglior tiratore da 3 del campionato. In media con gli anni precedenti o sta andando meglio?
Da 3 ho quasi sempre tirato attorno al 40%. Gli altri anni prendevo più tiri ma più forzati, quest’anno avendo una bella squadra, che gioca bene, riesco ad avere più tiri con i piedi per terra e riesco ad alzare la percentuale, grazie al playmaker che mi offre buoni palloni e il lungo che mi fa i blocchi. Poi, certo, bisogna anche farlo il canestro.
Sei arrivato a Vasto con ancora dei problemi al gomito da risolvere, avevi difficoltà con alcuni esercizi di forza, che quasi non potevi fare. Ora, invece, mi dicono che alla panca te la batti con Marinelli che di certo non scherza.
Avevo battuto il gomito, poi l’infortunio e l’operazione, quindi sono venuto in una forma fisica non ottimale e avevo paura che si infiammasse di nuovo il gomito. Invece devo dire che con Ialacci mi sono trovato benissimo, lui mi ha aiutato a lavorare bene, abbiamo recuperato pienamente sia la forma fisica che il tono muscolare del braccio.
Siete una squadra che corre tanto, con tanto pressing e un gioco dispendioso.
La nostra forza, vedi anche contro Porto Sant’Elpidio che ha fatto solo 20 punti nei primi due quarti, è che ci diamo da fare tantissimo anche in difesa. La pallacanestro non è fatta solo di punti, puoi vincere anche facendo fare un canestro in meno all’avversario invece che farne uno in più tu. Noi anche dietro ci danniamo di squadra per poter difendere forte.
C’è la percezione che il gruppo di cui si parla tanto sia davvero la vostra forza. Riuscite a compensarvi e riuscite a completarvi. Anche durante la partita, ci può essere lo scambio di opinioni forte tra compagni ma poi finisce subito.
E’ vero, ci possono essere opinioni diverse con un compagno durante la partita ma è naturale che ci sia. Ma finisce subito, ci si confronta senza nessun problema, anche perchè la cosa migliore è chiarirsi in partita. Certo, devi trovare dall’altra parte un compagno che magari ammette il proprio errore e comunque è disposto al dialogo. E in questa squadra siamo tutti disponibili l’uno con l’altro, è una delle nostre forze. Vedo tante squadre dove due tirano e gli altri sclerano perchè non hanno ricevuto un passaggio.
Perchè hai scelto Vasto?
E’ una bella piazza, me ne hanno parlato sempre bene. In società ci sono persone serie, non solo per l’aspetto economico ma anche per quello umano. Conoscevo Sandro Di Salvatore e mi ero trovato bene, siamo rimasti sempre in contatto telefonicamente. E poi c’era la struttura della squadra in cui ero consapevole di potermi incastrare bene.
Sta crescendo sempre più la passione per il basket in città, nonostante un inizio di stagione particolare.
Quando si vince è naturale che si accenda l’entusiasmo. E’ come quando sei in partita e magari il pubblico batte le mani quando fai canestro e quando sbagli non ti incita. Vedo che la società lavora per invogliare il pubblico, partendo dal portare i bambini al minibasket e farli stare con un giocatore della prima squadra. Ho trovato un ambiente abbastanza familiare, molto tranquillo e soprattutto sano.
Il campionato è ancora molto lungo, ma ora siete terzi in solitaria, situazione che era impensabile ad inizio stagione. Come ci si sente lassù?
Non è stato facile arrivarci come non sarà facile rimanerci fino al termine dell’anno. Abbiamo affrontato partita dopo partita sapendo che potevamo giocarcela con tutti. Anche io sono venuto con l’idea di salvarci ma, vedendo il nostro roster, ero consapevole che potevamo giocarcela sempre. Siamo stati bravi ad amalgamarci bene e, anche nei momenti di difficoltà, rimanere compatti, un punto di forza quando vai a giocare contro squadre che sono un po’ più “lunghe”.
All’andata contro Montegranaro avete vinto in maniera netta. Il ritorno, domenica prossima al PalaBCC, non sarà così semplice.
Secondo me ora Montegranaro ha trovato la quadratura del cerchio, anche se restano una squadra imprevedibile che magari sbaglia partite facili e poi va a vincere in campi difficili come Pescara. Sarà un’altra partita dura. Certo, nel nostro campo ci è sempre andata bene perchè abbiamo tirato fuori il meglio di noi, però sarà difficile come con Pescara.
La squadra viaggia ad un buon ritmo di punti realizzati e voi avete una sorte di alternanza nello score.
Nel basket è bravo chi finalizza il gioco della squadra al pari di chi lo crea e noi riusciamo a scambiarci questi ruoli. Dipende anche da come giocano gli avversari. Magari preparano la partita per raddoppiare Dipierro, così io o Sergio restiamo liberi per il tiro. E’ come quando Vincenzo attacca il suo uomo e il mio invece di andare a raddoppiare resta su di me lasciando spazio al mio compagno. Possiamo finalizzare in diversi modi quindi non è facile difendere su di noi.
Quanto c’è ancora di potenziale inespresso nella BCC Vasto Basket?
C’è sempre qualcosa da migliorare. Ad esempio in quei momenti di blackout che possono capitare per via della stanchezza possiamo migliorare imparando a gestirci meglio, trovando le soluzioni giuste. Spesso chi guarda da fuori è portato a giudicare la prestazione di un giocatore dai punti fatti, ma il basket non è così, non è fatto di numeri. Magari recuperi il pallone nel momento decisivo, o hai difeso tutta la partita sull’avversario più bravo e anche se non hai fatto tanti punti la tua partita è stata comunque molto positiva.
Andrebbero guardate le percentuali di tiro?
Se proprio la vogliamo guardare in modo matematico quello potrebbe essere un indicatore più adatto. Ma analizzando una partita con occhio esperto preferisco un Di Tizio che entra e ti dà sostanza in difesa e magari non fa tanti punti a quello che potrebbe essere un compagno che tira sempre perchè vuole solo fare punti. A fine gara il tabellino lo guardo relativamente.
Ti sei prefissato un tuo obiettivo personale nel basket?
Non ho uno specifico obiettivo ma punto a migliorarmi sempre, fisicamente e tecnicamente. Se i risultati arriveranno bene, poi ci vuole anche un po’ di fattore fortuna nella vita. Vedremo, io lavoro ogni giorno per migliorare, poi quello che verrà lo prenderemo.
Ad inizio anno c’è stata qualche difficoltà nel sistemare voi giocatori in casa perchè sia tu che Marinelli avete un cane e Romeo e Bongo, non andavano d’accordo.
All’inizio si scontravano, ma adesso vanno d’accordo, tanto che li portiamo fuori una volta a testa e loro stanno tranquilli uno accanto all’altro, giocano e stanno tranquilli. Come in una squadra si sono chiariti i ruoli!