“Anch’io ho un cuore”. Con questo slogan, parte oggi la campagna di mobilitazione per realizzare la sala emodinamica del Vastese e poter intervenire efficacemente a beneficio degli infartuati.
L’iniziativa è di Etelwardo Sigismondi e Marco di Michele Marisi (Fratelli d’Italia). Stamani la presentazione in una conferenza stampa cui hanno partecipato anche alcuni medici e operatori sanitari dell’ospedale San Pio da Pietrelcina di Vasto.
“Bene i tagli agli sprechi della sanità, ma dall’altra parte occorre fare investimenti sulla salute. La sala emodinamica è un investimento su un qualcosa di più della salute: è un investimento sulla vita; per salvare le vite umane”, esordisce di Michele Marisi.
Si è scritto tanto, si è detto molto, si è speculato fin troppo su questo tema, perché si sono fatti abbastanza annunci, si sono create aspettative grandi, ma finora nulla di concreto si è visto.
Dal 2006 ad oggi, la sala emodinamica è rimasta solo scritta sui giornali.
Ad attenderla, non è solo Vasto e non sono solo i suoi circa 41mila abitanti; sono 70 comuni, se consideriamo il Vastese, l’Alto Sangro e l’Area frentana, con circa 200mila abitanti.
In ragione di un territorio che dobbiamo unire non contro qualcuno ma per qualcosa, oggi comincia questa nostra mobilitazione: per tenere i riflettori puntati sul tema e per far sentire il fiato sul collo a chi deve rendere realtà la sala emodinamica all’interno dell’ospedale San Pio da Pietrelcina di Vasto”.
“Tra Chieti e Pescara ci sono due sale emodinamiche e in futuro a Chieti ne sorgerà un’altra – sottolinea Sigismondi – mentre il Vastese ne è totalmente sprovvisto. Un paziente dell’entroterra è costretto a percorrere 140 chilometri”. Il consigliere provinciale annuncia la costituzione di “un comitato permanente a Vasto. Verranno organizzati incontri, una raccolta firme e quant’altro il comitato riterrà opportuno fare. Questo è il momento adatto a fare capire che la sala emodinamica serve subito. Poi, dopo le elezioni, il nuovo governo regionale, di destra o sinistra che sia, potrebbe cambiare gli obiettivi. Bisogna scongiurare ulteriori ritardi, che mettono a rischio molte vite umane”.
E’ trascorso oltre un anno dalla conferenza stampa del presidente della Regione, Gianni Chiodi, all’ospedale San Pio. Ora “si parla di un imminente bando, ma – ricorda Sigismondi – ne sento parlare da anni. Il cronoprogramma di Chiodi prevedeva tre step, con una spesa complessiva di circa 4 milioni di euro: la realizzazione della nuova area d’attesa e l’adeguamento degli ambulatori cardiologici; la realizzazione del laboratorio e della sala emodinamica; la ristrutturazione delle aree destinate ad accogliere l’unità operativa di cardiologia”. Nulla è stato ancora realizzato.
“Ci stanno prendendo per i fondelli”, commenta Giuseppe Forte (Pd), congigliere provinciale. “Lasciamo perdere il nuovo ospedale, sappiamo dove sono andati a finire i soldi. Cerchiamo, invece, di rendere efficiente il San Pio da Pietrelcina”.
A margine della conferenza, prendono la parola anche il tecnico radiologo Raffaello Villani e i medici Antonietta Ottaviano, Giacomo Levantesi e Corrado Panerai.
“Non abbiamo parole”, dice la Ottaviano. “Questa vicenda è solo la punta dell’iceberg. Dentro la cardiologia manca l’igiene”.
“I tempi per l’esecuzione dei lavori – rivela Panerai – si sono allungati da due a quattro anni. E intanto andiamo avanti con un reparto vecchio di 35 anni. Una struttura che tre decenni fa era all’avanguardia e che oggi è obsoleta”.