Oggi, secondo la tradizione, nelle case dei Vastesi si fa il presepe. Con l’8 dicembre, giorno dell’Immacolata concezione, prendono il via le feste natalizie. Se in città le luminarie sono accese da qualche giorno, le vetrine e gli addobbi dei negozi ormai da tempo richiamano il Natale, sono la preparazione di albero e presepe a rappresentare un momento legato alla tradizione, con ogni famiglia che vive questo “appuntamento” in diversi modi. Dici presepe e pensi alla tradizione napoletana, fonte di ispirazione per i “presepisti”, anche se poi ognuno ha la propria variante. Nel centro storico della città c’è una bottega specializzata nei presepi tradizionali, gestita oggi dalla signora Nunzia, che sta portando avanti l’attività avviata un paio di decenni fa in città da suo marito Franco Pinto, prematuramente scomparso in un incidente stradale. “Andare avanti da sola è faticoso – spiega la signora Nunzia, che ci accoglie nella bottega con un grande sorriso -, ma lo faccio per onorare la memoria di mio marito”. La sua famiglia è legata alla tradizione dei presepi napoletani. “I cugini di mio marito ancora oggi hanno la loro bottega a San Gregorio Armeno”, a Napoi, il cuore della tradizione presepistica italiana. “Se andate lì in questi giorni non si capisce niente, ci sono decine di bancarelle e migliaia di persone, però si respira un’atmosfera unica”.
Da Napoli a Vasto, con un’amore presto sbocciato tra la famiglia Pinto e la città. “E’ stata una scelta di vita – racconta la signora Nunzia -. Mio marito ed io abbiamo deciso di voler far crescere i nostri figli in una località più piccola e tranquilla. Avevamo una casa a Fresagrandinaria e quindi eravamo intenzionati a stabilirci lì”. A far scegliere, invece, la città di Vasto, fu il sindaco di Fresa. “Ci suggerì di venire a Vasto e ci portò a vedere la città. Ci è subito piaciuta tantissimo e così siamo qui”. In tanti ricordano le creazioni presepistiche di suo marito Franco. Per qualche anno, fino alla sua scomparsa, i suoi presepi venivano esposti anche a Palazzo d’Avalos. “Aveva dentro di sè l’arte di costruire i presepi. Uno di questi è stato donato anche a Papa Giovanni Paolo II. Andammo insieme e fu davvero molto emozionante. Il presepe più bello che avevo a casa mio figlio l’ha portato a Milano, dove vive ora. Dopo che si sposò, nel 2007, il sacerdote che andò da lui a benedire la casa e vedendo la creazione artistica, chiese la disponibilità di poterlo esporre per 3 mesi al Duomo di Milano”.
La bottega di piazza Barbacani in questi giorni si anima, con chi è affezionato al presepe che va a scegliere i pezzi migliori per la propria realizzazione. “A Vasto ci sono bravi artisti del presepe – racconta la signora Nunzia. E poi ci sono le richieste più strane. E’ capitato anche a me (così come avviene a Napoli) di qualcuno che vuole le statuette con i personaggi famosi. Qualche anno fa venne una persona, neanche più giovanissima, che mi chiese Daniele e Costantino. Io non sapevo neanche chi fossero”
Un affetto speciale è quello per i bambini. “Quando vengono qui sono sempre molto curiosi ed in genere sono loro a scegliere i pezzi da mettere nel presepe”. La tradizionale più famosa nel presepe è quella napoletana, che presenta poi stili differenti. Alcune cose non devono mancare mai. “LO zampognaro e il ciaramellano devono esserci e stare sempre vicino alla grotta. Poi c’è il dormiente, pezzo fondamentale nel presepe, che rappresenta la persona svegliata dalla stella cometa che indicava la nascita di Gesù nella grotta di Betlemme”.
Alla signora Nunzia il sorriso non manca mai, specie quando ricorda qualche bell’episodio. “Ricordo di un ragazzino che venne qui con la mamma. Mi disse che durante l’anno aveva risparmiato per poter acquistare i pezzi per il presepe. A quel punto gli ho regalato anche io un pezzo, perchè la sua costanza lo meritava”.
Nunzia si considera ormai una vastese a tutti gli effetti. “Adoro stare qua, prima abitavo anche nel centro storico ed era molto bello andare in giro”. Di episodi e aneddoti ne avrebbe un mucchio da raccontare. “Un anno ricevetti una telefonata il 25 dicembre. Era una persona che si trovava davanti al negozio e mi chiedeva come mai fossi chiusa! Insomma, anche il giorno di Natale mi volevano in negozio”. Su una mensola della bottega ci sono 4 foto importanti: quella di suo marito Franco, quella di un amico di famiglia scomparso poco dopo e quella con il Papa.
Poi c’è una foto che attira la mia attenzione. “Come mai la foto di Massimo Troisi?”, chiedo a Nunzia. “Perchè abitavamo nello stesso palazzo” E così scopriamo una cosa che mai ci saremmo aspettati. “Siamo tutti e due di San Giorgio a Cremano ed eravamo nello stesso stabile. Ricordo i primi spettacoli che faceva in oratorio con Arena e De Caro. Ma poi il prete li cacciò e dovettero trovare un garage dove potersi esibire. Lui era così come lo si vede – racconta la signora Nunzia -. Le cose che raccontava erano davvero quelle che viveva tra casa e scuola”. Un antico legame affettivo che resiste ancora oggi.
Torniamo ai presepi e Nunzia ci racconta come “cerco di preparare il meglio il presepe. Ma la mia attività principale è quella di realizzare i vestiti in stoffa per le statue più Grandi. “Un lavoro davvero faticoso, ma alla fine direi che va bene così. Sono pezzi importanti”. E i pezzi della bottega vengono apprezzati tanto anche dai turisti che d’estate passano di qui. “Vengono da Milano, Bologna, tanti i bergamaschi. E oii ci sono anche clienti dalla Finlandia”.
Oggi, in tantissime case, grandi e piccoli si metteranno all’opera per realizzare la sacra rappresentazione divenuta nel corso degli anni una vera e opera d’arte tra le mura domestiche. “E’ bello che ognuno abbia delle proprie creazioni. L’importante è portare avanti la realizzazione dei presepi, perchè sono il vero simbolo del Natale”.
Testo di Giuseppe Ritucci
Foto di Costanzo D’Angelo