Il Festival Teatro in comune è stato organizzato da TheAlbero in collaborazione con ImaginAction, Aradia e Nuova Arcadia con il patrocinio del Comune di Casalbordino che ha dato in concessione il Centro Giovani, con il coordinamento dall’assessore al turismo e cultura Vincenzo Cocchino.
Il Festival è stata un’occasione per aprire lo spazio e dare ai ragazzi e alle ragazze di Casalbordino un assaggio delle potenzialità del centro e dell’arte come strumento di trasformazione personale e sociale. Hanno partecipato al Festival ragazzi venuti da vicino e da lontano (Estonia, Marche, Abruzzo, Lazio, California, Spagna, Sardegna, Lombardia, Germania, Toscana, Russia, Campania, Olanda, Umbria, Emilia Romagna, Colombia, Senegal), hanno condiviso storie, intessuto reti, giocato, riso, ballato con i ragazzi di Casalbordino.
Il centro è stato allegramente invaso soprattutto da bambini e bambine dai 6 ai 10 anni e ragazzi e ragazze adolescenti. Si sono susseguiti i laboratori:“Living with resilience” di Diol Mouhamadou dal Senegal; “Weaving a basket as metaphor of a community” di Francesco D’Ingiullo da Palmoli, laboratorio di cesteria; “Al di là degli intellettualismi” di Luciano Marradi da Roma, sul ruolo del Tdo nelle rivendicazioni sociali; “De-construct your look” del gruppo Curcuma (Inma Pascual Sanchez, Mariona Arner, Nando Carnero) dalla Spagna, che ha indagato, attraverso giochi-esercizi, la costruzione delle identità di genere; – “Riscaldamento per Voce” di Caterina Palmucci da Sulmona, un cerchio rilassato e allo stesso tempo vibrante che ha riscaldato lo spazio con i respiri e le vocalizzazioni di tutta la comunità.
La compagnia “Tasso Barbasso” ha provocato la comunità con sei tableaux sulla violenza di genere, fisica, mediatica e psicologica (Con(m)passione); in conclusione dello spettacolo, in maniera non prevista, Ilaria e Uri di TheAlbero hanno coinvolto il pubblico, soprattutto bambini presenti allo spettacolo, a intervenire sulle immagini viste per vedere le trasformazioni possibili, utilizzando tecniche di teatro immagine.
Hector Aristizabal ha condiviso la sua performance “Nightwind”, uno spettacolo sulla tortura raccontato dal torturato stesso, con delicatezza, forza, ironia e verità; dopo, Hector ha coinvolto la comunità in una risposta in immagini corporee alla performance. Yke Van Dok ha mostrato il video “I’m here” sulla vita dei giovani rifugiati in Olanda, particolarità del video è l’approcio partecipativo utilizzato nel montaggio: i rifugiati sono protagonisti e artefici del video, appropriandosi della loro storia e della narrazione della loro storia.
Ilaria Olimpico ha presentato “Speriamo che sia ribelle”, una lettura drammatizzata di un testo originale basato sull’esperienza della gravidanza come status privilegiato per mettere a fuoco derive socio-culturali e sistemi ideologici rigidi e giudicanti.- Uri Noy Meir ha condiviso il suo work in progress “Warrior of light”, un testo originale che ripercorre la sua esperienza di ex combattente israeliano. Giusi Cicciò, in maniera ironica, ha mostrato i risvolti del precariato raccontando la sua storia esilarante in “Forse, forse, forse”, alle prese con un wc intasato senza possibilità economica di ripararlo.
Antun Blazevic ha regalato alla Festa Castrum DiVino in centro storico, “Zingaro felice”, squarci di vita zingara, a tratti poetici e a tratti irriverenti, la sua voce roca e unica era interrotta da una bambina del pubblico che correggeva il suo italiano “balcanico” e dalle musiche allegre e accattivanti dei suoi musicisti. Il Festival si è concluso con una Carnival Parade finale a cui si sono aggiunti i bambini con le loro creazioni, ragazzi e ragazze che sono partiti dal Centro Giovani con ritmi ed energia. Il Festival è stato autofinanziato, per molti ragazzi, è stata un’esperienza da ripetere per la crescita culturale.
Foto – Teatro in comune
Teatro in comune