Cecilia Perrozzi si è brillantemente laureata in Storia dell’Arte Contemporanea all’Università di Pisa con una tesi di ricerca sui rapporti tra arte e femminismo in Italia negli anni Settanta

La tesi di Cecilia, che già da un anno lavora a Milano, presso lo Studio d’Arte Cannaviello (una galleria d’arte contemporanea con alle spalle 40 anni di attività), è stata particolarissima e apprezzatissima.

La ragazza, infatti, ha approfondito il lavoro di un’artista di nome Suzanne Santoro, americana di origini italiane, che nel 1970 si era trasferita a Roma, aveva fatto parte di un gruppo femminista chiamato Rivolta Femminile e aveva portato avanti un tipo di ricerca artistica molto influenzata dalla sua esperienza con il femminismo.  

A Cecilia tanti auguri da Paola Cerella, sua ex insegnante alle scuole superiori, e dalla redazione di ZonaLocale.it.

“L’obiettivo – scrive la neo laureata nella presentazione della sua tesi – è stato quello di indagare e cercare di capire se in Italia, contemporaneamente alla nascita del movimento femminista (1970 ca), fosse mai nato un movimento d’arte che potesse definirsi femminista, e se dunque vi fossero state delle artiste femministe attive in tal senso”.

“Il Manifesto di Rivolta Femminile (1970), pamphlet che accompagnò la nascita del gruppo, si poneva l’obiettivo di individuare ciò che accomunava le donne, i loro problemi, i disagi esistenziali, ma soprattutto affermava il pensiero della differenza sessuale, concetto che ha reso diversa la teoria femminista italiana da quelle statunitense, inglese e francese, che rivendicavano l’emancipazione e la parità tra i sessi (…)”. 

“Rivolta Femminile su la prima in Italia a rivendicare la pratica dell’autocoscienza, esperienza volta ad una rielaborazione a tutto campo del soggetto femminile“.

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