Finisce in Parlamento il caso Jova Beach Party di Vasto. Sul concerto di Jovanotti, previsto per il 17 agosto sulla spiaggia di Vasto Marina e annullato per motivi di sicurezza, Luciano D’Alfonso rivolge un’interrogazione ai ministri di Interno, Turismo e Ambiente (che attualmente sono Salvini, Centinaio e Costa, ma è in corso una crisi di Governo), per chiedere “quali siano le ragioni” e perché “figure elettive sono state rese destinatarie di giudizi incontinenti“. L’ex presidente della Regione Abruzzo, dal 2018 senatore del Pd, lancia anche un appello “a tutti i parlamentari di questo territorio e dell’Abruzzo a fare fronte comune a favore di Vasto” per far sì che la città ospiti “un altro evento internazionale. Ora pensiamo al futuro.
Vorrei che questa città bella, che si gioca con Sulmona la palma di città più bella d’Abruzzo, fosse anche una città relazionale“. D’Alfonso si schiera apertamente dalla parte di Francesco Menna e critica le dichiarazioni rilasciate dal prefetto di Chieti, Giacomo Barbato, pur senza nominarlo nell’incontro coi giornalisti. Nel mirino l’espressione “il sindaco non è un postino”. D’Alfonso dice: “Nessun sindaco lavora per l’Ente Poste quando indossa la fascia tricolore”; si riferisce a Menna definendolo “il sindaco indiscutibile di Vasto” e sostiene che la prima questione “è che la pubblica amministrazione è una sola, fatta di Stato centrale e istituzioni locali. Il secondo dato di certezza è che i prefetti portano la forza semplificatrice dello Stato sul territorio”, mentre “l’illegittimità degli atti è una competenza giurisdizionale“. Auspica “che si prepari uno spazio indiscutibile per gli eventi. Questo accade se c’è convergenza di tutti”.
Nell’aula consiliare Vennitti del municipio di Vasto, D’Alfonso spiega i contenuti della sua interrogazione e annuncia: “Mi farò carico di ricostruire l’accaduto dalla lettura dei documenti e delle dichiarazioni“.
L’intervista a Luciano D’Alfonso
Ecco il video integrale della conferenza stampa: