Nessuna valorizzazione del rifiuto, benefici sul piano ambientale non specificati, effetto cumulo, progetto insistente sull’area cuscinetto del Civeta e tante altre criticità hanno spinto ieri il comitato Via a esprimersi con un preavviso di rigetto nei confronti della maxi discarica da 480mila metri cubi della Cupello Ambiente (società che gestisce la terza vasca del Civeta attualmente sotto sequestro).
Durante l’incontro, nella propria audizione, il comitato Difesa del Comprensorio Vastese ha consegnato le 2.600 firme contrarie al nuovo invaso in Valle Cena [LEGGI].
LE CRITICITÀ – Numerosi i dubbi sollevati dai tecnici del comitato Via della Regione Abruzzo, molte dei quali emersi già in passato e usati come argomenti contro la realizzazione del progetto dagli attivisti.
Se da una parte il Via evidenzia come il conferimento in discarica rappresenti “l’ultima opzione di priorità” e la mancata valorizzazione del rifiuto (si prevede anche lo smaltimento di codici idonei al riciclaggio), dall’altra non possono passare in secondo piano le diverse criticità che hanno portato al preavviso di rigetto.
[ant_dx]Innanzitutto la trasformazione di Valle Cena in “valle delle discariche” (fatto questo denunciato da diverse associazioni). Oltre a non essere stati elecanti i benefici attesi “sul piano ambientale, sociale ed economico per il territorio, a fronte dell’inserimento di un ulteriore dettrattore ambientale”, i tecnici della Regione ricordano gli impianti impattanti già presenti: “una piattaforma per la selezione dei rifiuti, tre discariche di cui due esaurite e una in coltivazione, un impianto di compostaggio, un impianto di produzione di bio-metano già autorizzato”. Non solo, su questi impianti non mancano, a loro volta, problemi rilevanti (illustrati più avanti, nda).
Andrebbe aggiunto poi (anche se non c’è nel documento del Via) l’iter ancora in corso per la discarica in territorio di Furci da parte della Vallecena srl.
C’è poi la questione dell’area cuscinetto: la Cupello Ambiente vorrebbe realizzare la discarica nella fascia di rispetto del Civeta chiedendone lo spostamento su altre particelle con una variante urbanistica che dovrebbe passare in consiglio comunale. Non meno importanti poi l’impatto odorigeno sottostimato, assenza di falda non dimostrata e pericolosità Pai dell’area scelta.
I PROBLEMI DEL CIVETA – Il documento prodotto dal comitato Via fa emergere poi preoccupanti dettagli sui problemi del polo tecnologico del Civeta che invitano a una riflessione sulla gestione del consorzio.
I tecnici della Regione scrivono testualmente: “mancata chiusura definitiva delle vasche n. 1 e n. 2; mancata aspirazione del biogas per tutte le vasche; rete di captazione delle acque meteoriche incompleta; percolato contenuto in vasche scoperte invece che nei serbatoi già realizzati e collaudati; superamento delle CSC nelle acque sotterranee; percolato affiorante; eventi franosi in atto; assenza di copertura giornaliera dei rifiuti“.
Un quadro tutt’altro che rassicurante per quell’area, considerato anche il livello di inquinamento del torrente Cena.
SINDACO ASSENTE – Ieri pomeriggio a essere ascoltati sono stati il sindaco di Furci Angelo Marchione, i rappresentanti del comitato Difesa Comprensorio Vastese, la consigliera di opposizione di Risposta Civica Roberta Boschetti e l’ingegnere della Cupello Ambiente Riccardo Zingarelli. Assenti il sindaco Graziana Di Florio ed eventuali delegati della maggioranza del Comune interessato, quello di Cupello, in continuità con la precedente amministrazione.
Ora, la società ha 10 giorni di tempo per presentare la documentazione per rispondere a tutte le criticità sollevate.
TUTTE LE CRITICITÀ SOLLEVATE:
– Nelle priorità della gestione dei rifiuti, all’art. 179 del D.Lgs. n. 152/2006, come modificato dal D.Lgs. n.205/2010, lo smaltimento in discarica costituisce l’ultima opzione in ordine di priorità;
– l’art. 177 impegna espressamente e direttamente le amministrazioni a perseguire iniziative dirette a favorire il rispetto tassativo della suddetta gerarchia nel trattamento rifiuti, il ricorso in discarica non comporta alcuna valorizzazione del rifiuto e implica potenziali rischi di contaminazione per l’ambiente;
– la ditta, come già richiesto dal CCR-VIA, non ha adeguatamente motivato i benefici attesi sul piano ambientale, sociale ed economico per il territorio, a fronte dell’inserimento di un ulteriore dettrattore ambientale;
– l’area è già estremamente gravata dal punto di vista ambientale per la coesistenza di: una piattaforma per la selezione dei rifiuti; di tre discariche di cui due esaurite ed una in coltivazione; di un impianto di compostaggio; di un impianto di produzione di bio-metano già autorizzato;
– criticità ambientali riscontrate nel corso dei controlli AIA, effettuati dagli enti competenti, relativamente al polo limitrofo quali: mancata chiusura definitiva delle vasche n. 1 e n. 2; mancata aspirazione del biogas per tutte le vasche; rete di captazione delle acque meteoriche incompleta; percolato contenuto in vasche scoperte invece che nei serbatoi già realizzati e collaudati; superamento delle CSC nelle acque sotterranee; percolato affiorante; eventi franosi in atto; assenza di copertura giornaliera dei rifiuti;
– il progetto interessa l’area classificata dal P.R.E. “Fascia vincolata ai fini dell’assorbimento dell’impatto ambientale della discarica TAV. III – Comune CUPELLO”;
– l’esito del monitoraggio ante-operam della qualità dell’aria indica che il modello sottostima l’impatto odorigeno all’aumentare della distanza; la campagna evidenzia un impatto odorigeno negativo sui ricettori ancorchè distanti;
– gli approfondimenti degli studi idrogeologici non forniscono elementi esaustivi che dimostrino l’assenza di falda nonché il franco di tre metri dal piano di imposta dei rifiuti rispetto alla massima escursione della falda stessa;
– il progetto prevede lo smaltimento in discarica di rifiuti idonei al riciclaggio come i codici 19.06.04 e 19.08.05;
– parte dell’impianto ricade in area a pericolosità elevata per il PAI (fattore escludente rispetto al PRGR).