“Ho passato tutta la vita qui, essere buttato fuori senza neanche una parola è la cosa che più mi dà fastidio”. È lo sfogo di uno dei lavoratori della Cbi di Gissi che oggi hanno incrociato le braccia nelle due ultime ore del turno come stabilito nell’assemblea di martedì scorso [LEGGI]. L’adesione è stata pressoché totale, tutti i dipendenti della multinazionale chiedono che si faccia chiarezza sul loro futuro.
Le ultime notizie parlerebbero di una chiusura il 30 giugno prossimo, ma dalla proprietà non arrivano né smentite né conferme. Il silenzio è favorito anche da relazioni sindacali ridotte al minimo: la Cbi, con sede centrale a Monza, afferisce a un fondo belga che si sarebbe affidata a un’azienda di consulenza (la PwC Italia) per valutare lo stato delle sedi (un referente è passato in settimana). Tale circostanza, insieme all’assenza di risposte, sta facendo crescere la tensione.
“Lo sciopero lo abbiamo convocato martedì scorso proprio per dare un’opportunità alla proprietà di esprimersi nel frattempo – dicono Carmine Torricella (Fiom Cgil) e Angelo Angelucci (Fim Cisl) – invece non c’è stato nulla di tutto questo. È arrivata l’ora di coinvolgere anche tutte le istituzioni”.
[ant_dx]Le notizie dalla Val Sinello stanno preoccupando anche la sede centrale di Monza (circa 90 dipendenti) dove in concomitanza con lo sciopero gissano si è tenuta un’assemblea tra le maestranze.
“Nessuno ci dice niente, alla fine saremo costretti a prendere le auto e andare nella sede centrale a chiedere spiegazioni. Qui siamo tutti padri di famiglia“, si sfoga un altro operaio. Tra loro c’è anche un lavoratore di Cupello, con 10 figli e moglie a carico.
Nell’azienda fiore all’occhiello del gruppo, presente a Gissi da fine anni Ottanta e che a metà anni Novanta arrivò a 70 dipendenti su due turni, l’impressione è che la mobilitazione sia solo all’inizio. La prossima tappa sarà quella di venerdì prossimo, 14 giugno, in occasione dello sciopero nazionale dei metalmeccanici quando i 31 lavoratori resteranno in Val Sinello in presidio permanente.
Presenti oggi allo sciopero anche i segretari del Pd provinciale, Gianni Cordisco, e quello di Gissi, Nicola Raducci. Nei giorni scorsi, il sindaco Agostino Chieffo ha inoltrato all’azienda la richiesta di un incontro, ma per ora non ha ottenuto risposta.