Tiene banco in questi giorni la diatriba tra il Comune di Casalbordino e la provincia di Chieti sulla realizzazione della pista ciclo-pedonale della Via Verde. C’è incertezza sul futuro del tracciato nel tratto casalese che deve per forza di cose coesistere con il lungomare – poichè qui la ferrovia corre ancora sul vecchio tracciato – con una soluzione non condivisa da amministrazione comunale e operatori turistici.
Nei giorni scorsi il presidente della provincia, Mario Pupillo, ha lanciato un monito perchè “Casalbordino rischia di restare senza ciclabile per 8 parcheggi” [LEGGI]. A questa sollecitazione risponde l’associazione A.Mare, che riunisce gli operatori turistici casalesi, con una lettera scritta dal presidente Nicola Bussoli.
“L’associazione A.MARE è stata, fin dal suo nascere, una convinta sostenitrice della Via Verde, riconoscendo in essa un formidabile attrattore turistico, un volano economico capace di risollevare l’intero territorio. Nel suo nome abbiamo organizzato giornate di mobilità sostenibile, partecipato ai master sul cicloturismo, orientato nuovi investimenti, combattuto le incertezze e le utopie faraoniche, di taluni amministratori, avanzando proposte concrete per un tragitto suggestivo a ridosso del mare, attraverso le dune più belle del medio Adriatico. Consapevoli dell’importanza, abbiamo chiesto con forza, ed ottenuto, l’inserimento del tracciato all’interno del PRG, accettando il sacrificio necessario dei parcheggi adiacenti il lungomare, nel nome di un riordino urbanistico complessivo e di una nuova fruizione della marina. Risultato di tutto questo impegno è stato il bidone di vernice regalatoci dalla Provincia per far finta di realizzare una pista ciclabile disegnata sulla strada, addirittura sovrapposta al lungomare nel caso di via Bachelet.
[ads_dx]La porta di ingresso di Punta Aderci è stata valutata poche decine di migliaia di euro e a nulla sono valse le nostre lamentele e quelle dell’Amministrazione Comunale. Ultimo atto di tale percorso, le accuse rivolte dall’Amministrazione Provinciale nei confronti del Comune di Casalbordino, colpevole di miopia istituzionale e politica a fronte di soluzioni fattibili ed efficaci, reo di strumentalizzazione politica per miseri 8 parcheggi persi, impongono una risposta diretta e circostanziata. Intanto la cornice urbanistica della Via Verde non può che essere il tracciato già inserito all’interno del nuovo PRG (comprensivo di allegati e sezioni particolareggiate) con la sua integrazione a ridosso degli attuali lungomari nord e sud. Tutte le presunte soluzioni …. dotate delle caratteristiche di fattibilità tecnico-economica di cui parla la Provincia, la più fantasiosa delle quali vorrebbe rendere addirittura promiscuo il porfido del lungomare sud, riducendo la parte pedonale a poco più di un metro, sono puerili e sterili espedienti per aggirare i reali problemi“.
Bussoli analizza anche le questioni tecniche alla base della perplessità circa la soluzione proposta dalla Provincia. “Senza volersi sostituire ai tecnici, i rilievi effettuati mostrano come la larghezza media della carreggiata nord di via Alessandrini, parcheggi perpendicolari compresi, ammonti a soli mt.9.80. Al netto di una pista di mt.2.50, resterebbero mt.7,30, insufficienti, a norma di legge, per il posizionamento di una doppia corsia stradale e di parcheggi anche solo longitudinali. I mt. 7,50 della carreggiata sud di Via Bachelet, parcheggi compresi, pongono, se possibile, problemi realizzativi ancora più gravi, legati alla probabile necessità dei sensi unici, ed impongono soluzioni ben più coraggiose di quelle avanzate dalla Provincia.
Resta inoltre senza una sistemazione dignitosa anche il tratto della Via Verde in prossimità del villaggio Poker, autentica porta di accesso di Punta Aderci, dove non si è andati oltre il semplice passaggio promiscuo. Brevi cenni che dipingono una situazione complessa, nella quale confondere gli ordini di grandezza (parlare di “8 parcheggi” anziché dei reali “80 persi”), significa fare della semplice polemica politica e snaturare il senso più profondo di un’opera che rappresenta un vero e proprio catalizzatore storico, in grado di disgregare il vecchio mondo e dare vita ad una nuova formazione economica, ad una rivoluzionaria visione del territorio e del turismo ecosostenibile. Un passaggio epocale che non può non richiamare alla responsabilità tutti gli attori, istituzionali e non, e spingerli all’impegno più alto, nel tentativo di completare la sola via possibile verso il futuro“.