Continuano gli appuntamenti della Settimana del patrimonio culturale insieme all’associazione Italia Nostra del vastese. Ieri incontro nella suggestiva chiesetta della Madonna di Penna Luce per ricordare l’anniversario degli scavi del 1993 e per fare approfondimenti sui ritrovamenti archeologici della zona. Qui, è necessaria una meritevole digressione. I vastesi sono solitamente abituati a vedere Punta Penna, il faro e la chiesetta come luoghi di ritrovo e punti panoramici dov’è possibile scattare dei bei selfie. Non è completamente sbagliato, o meglio: ci hanno insegnato a vederla solo così. Purtroppo però la zona è l’ennesimo esempio di trascuratezza da parte delle autorità competenti nei confronti di un patrimonio storico dal valore inestimabile. Lì dove infatti sono stati rinvenuti interessanti reperti archeologici come frammenti di basi di colonne – probabilmente Punta Luce è sempre stata un luogo di culto – passano indisturbati e noncuranti gli aratri.
Proprio nel posto in cui molti cittadini si fermano ad ammirare il panorama nei momenti di relax, ci sono resti di antiche mura storiche, sepolture rarissime di principesse slave, resti di fortezze un tempo inespugnabili. Tuttavia, nessuno se ne accorge. Per un unico motivo: niente di tutto questo viene valorizzato.