Umiltà. È la parola che l’arvicescovo metropolita di Chieti-Vasto, monsignor Bruno Forte, ha ripetuto più volte a conclusione dell’omelia di ieri pomeriggio nella chiesa di Santa Maria Maggiore a Vasto, davanti a centinaia di fedeli radunati a venerare la Sacra Spina, nella consueta celebrazione solenne che si tiene nel venerdì precedente la Domenica delle Palme.
I TRE SIGNIFICATI – Il presule ha spiegato “i tre aspetti della corona di spine di Gesù. È una corona regale, è una corona vittoriosa ed è una corona di umiltà. Innanzitutto è una corona regale. Il servo del Signore viene coronato. Lui vive questa questa sofferenza in maniera regale: non è lui che la subisce, ma è lui che la sceglie. Poteva ben sottrarsi al dolore e all’umiliazione di questa passione, ma lui ha voluto affrontarla, viverla per amore nostro. Il suo dolore è un dolore regale, liberamente assunto per amore nostro. Ed ecco perché la corona di spine è innanzitutto la corona di un re, di un re crocefisso per amore. È la corona che incorona il suo sacrificio”.
“Questa corona – ha poi aggiunto l’arcivescovo – è il segno della vita, perché la sofferenza di Gesù è una sofferenza vittoriosa.
Dunque questa corona è, in realtà, una corona di vittoria. È la corona che anticipa il mistero della Resurrezione, della vita nuova. Una corona regale, perché scelta con libertà per amore. Una corona vittoriosa, perché è il segno che anticipa la vittoria di Gesù sulla morte, la sua Resurrezione alla vita e l’effusione di vita che egli farà consegnando il suo spirito”.
“C’è, infine – ha sottolineato monsignor Forte – un terzo aspetto che la corona di spine: è anche una corona di umiltà, perché è chiaro che quella corona di spine , nella logica di chi gliela impose, voleva essere una umiliazione, un segno di disprezzo. Eppure, questo segno sul capo del figlio dell’uomo, del più bello degli uomini, l’uomo dei dolori, ce ne rivela la grandezza, l’umiltà. Lui si è abbassato fino alla morte… per dirci che la grande via per andare a Dio non è quella della sopraffazione, non è quella dell’imporre noi stessi sugli altri, ma è la via dell’amore crocifisso, la via dell’umiltà che accetta l’ultimo posto per amore. L’umiltà è gloria, l’umiltà è regno, l’umiltà è salvezza. L’umiltà è la virtù nascosta nel più profondo. Dunque, la corona regale, la corona di vittoria è una corona di umiltà edi umiliazione. Questo ci richiama a percorrere la via della nostra salvezza anzitutto nell’umiltà, poi nell’accettazione che la vittoria sul male e la morte si compie partecipando alla passione di Gesù fino a sentire la dignità, la libertà, la regalità di questa scelta di Cristo, che ci chiama e cui noi rispondiamo con il dono della nostra vita”.