Di cosa parliamo – Pietro Smargiassi (Movimento 5 Stelle) è il nuovo presidente della Commissione di Vigilanza del Consiglio regionale. Alla presidenza dell’organo di controllo, che spetta all’opposizione, Pd e alleati avrebbero voluto Giovanni Legnini, ex vice presidente del Consiglio superiore della magistratura e candidato del centrosinistra alla presidenza della Regione alle elezioni dello scorso febbraio. Centrodestra e M5S, invece, hanno votato Smargiassi. Ora il Pd e le liste civiche Legnini Presidente e Abruzzo in Comune gridano all’inciucio.
“L’elezione dell’Ufficio di Presidenza della Commissione Vigilanza si è risolta in una farsa: sugli interessi dei cittadini abruzzesi, che sicuramente avrebbero largamente apprezzato l’elezione di Legnini quale figura di garanzia, sono prevalsi i diktat di Salvini e si è rivelata la vera anima del Movimento 5 Stelle, ormai impegnato solo nell’occupazione dei posti”.
L’attacco, rivolto principalmente ai Cinque Stelle, è dei capigruppo del centrosinistra, Americo Di Benedetto (Legnini Presidente), Silvio Paolucci (Pd), Sandro Mariani (Abruzzo in Comune), che tirano e somme: “Dunque l’unica opposizione in Consiglio regionale è il centrosinistra. La Commissione di Vigilanza, unico vero organo di garanzia e di controllo previsto dallo Statuto Regionale, è stata assegnata con la peggiore logica spartitoria tra Lega e Cinque Stelle, con l’elezione a presidente di un esponente 5 Stelle, il consigliere Smargiassi, e a vice presidente e segretario dei consiglieri della Lega La Porta e Marcovecchio. Altro che organo di controllo: la Commissione di garanzia diventa il terminale politico in Abruzzo della maggioranza di Governo Lega-5 Stelle. Lo Statuto della Regione riserva alle opposizioni la designazione, mentre invece è stata la maggioranza a decidere il proprio controllore”.
[mic_dx] Secondo Paolucci, Di Benedetto e Mariani, “ora è più chiaro che mai che in Abruzzo non vi è una maggioranza di centrodestra, ma Lega/Cinque Stelle guidati dalla destra, con la sudditanza di Forza Italia e Udc.
I gruppi consiliari di centrosinistra e civici avevano chiesto la disponibilità del consigliere più autorevole, Giovanni Legnini, che è stato figura di vertice di uno dei massimi organi di garanzia nazionali e componente di organi costituzionali; disponibilità che era stata data a condizione che vi fosse una larga convergenza di tutte le componenti consiliari. Solo dopo aver constatato l’esistenza di imposizioni di Salvini e del suo partito, che si è già accaparrato gran parte delle presidenze di Commissione e dei componenti della Giunta, il centrosinistra ha votato il suo candidato consigliere Americo Di Benedetto”.
Per i tre capigruppo, “la riprova dell’accordo spartitorio è data dalla mancata elezione del presidente della Quarta Commissione, che la maggioranza, rappresentata in modo singolare e anomalo dal presidente del Consiglio Sospiri, ha chiesto di rinviare per contrasti interni alla Lega sul nome da designare. In tale occasione i consiglieri del Movimento Cinque Stelle si sono assentati per far mancare il numero legale e garantire un aiutino alla Lega”.