“Se la Zes è una grande opportunità di sviluppo e di progresso, non può certo nascere senza l’apporto decisivo degli imprenditori”. I consiglieri comunali Davide D’Alessandro e Alessandra Cappa criticano l’amministrazione comunale di Vasto. L’oggetto del contendere è la futura Zona economica speciale, che comprenderà la costa abruzzese e consentirà di abbattere la pressione fiscale, attraendo investimenti che creino lavoro.
Regione e Comune puntano sulla Zes, che dovrà essere istituita dal Governo nazionale. Gli ambientalisti, però, temono che la Zona economia speciale possa costituire il grimaldello per scardinare la Riserva naturale di Punta Aderci, che confina con la zona industriale di Punta Penna ed è attorniata da una fascia di protezione esterna (un’area cuscinetto in cui vigono vincoli ambientali). In una conferenza stampa tenuta ieri, le associazioni Porta Nuova, Italia Nostra del Vastese e Vasto Libera hanno chiesto di tenere le future industrie lontano dalla zona di protezione. Dall’altro lato, gli imprenditori di Punta Penna, riuniti nell’associazione Oasi, vogliono far parte del tavolo tecnico che il Comune convocherà per discutere della questione.
“A noi – scrivono D’Alessandro e Cappa in un comunicato – sembra persino strano che un’associazione di imprenditori debba chiedere di essere invitata al tavolo tecnico programmato dal sindaco di Vasto per discutere della Zes. Ci sembra strano poiché diamo per scontati invito e partecipazione. Ci mancherebbe altro! Sappiamo che nei tredici anni di dominio incontrastato del centrosinistra più di una volta vi sono stati comportamenti punitivi nei confronti di chi ha desiderio di intraprendere, di chi, da decenni, costituisce il tessuto produttivo della città. Più di una volta sono stati penalizzati perché si è voluta dare sempre e comunque la prima e ultima parola ad associazioni ambientaliste che talvolta difendono il difendibile, spesso l’indifendibile.
[mic_sx] Se la Zes è una grande opportunità di sviluppo e di progresso non può certo nascere senza l’apporto decisivo degli imprenditori, i quali non sono selvaggi che hanno in animo di deturpare l’ambiente pur di realizzare i loro interessi. Sono lavoratori che producono dando lavoro, consentendo a tante famiglie di vivere in un contesto economico molto complicato.
L’operazione della Zes è alquanto delicata. È necessario partire con il piede giusto, senza figli e figliastri. Comporre tutti gli interessi e
mediare fra le varie posizioni in campo è un obbligo per i politici che vogliono fare politica pensando solo ed esclusivamente alle reali ragioni del territorio, ai reali bisogni della sua gente”.