Per quattro anni e mezzo, è stata un riferimento per i giovani che volevano trascorrere in compagnia il fine settimana. Ma la clientela del weekend non basta. Un problema generale, con alcune eccezioni, nel centro storico di Vasto.
“Tanta concorrenza, ma poca clientela. La concorrenza fa anche bene, ma la città antica si è spopolata e non attrae più” e “non so se la crisi economica sia l’unico motivo. Secondo me, no”. E così Giorgia Crisci ha deciso di chiudere il suo locale. “Ho aperto il Quo Vadis il 19 giugno del 2014. Avevo alle spalle altre esperienze, tutte in questo settore. Se questo locale esiste, è grazie ai miei genitori, che hanno fatto sacrifici per darmi un futuro più sicuro, comprando questo luogo, che abbiamo rimesso a nuovo. Nelle intenzioni che avevamo, avrebbe dovuto essere un locale a gestione familiare, punto di ritrovo dei giovani, con aperitivo cenato e musica. E’ grazie a loro, ai miei genitori, che lavorano qui, se questo posto si è retto fino ad ora. Ma ora, dopo le vicissitudini familiari, le cose sono cambiate. Avevamo deciso già da due anni di vendere. Ora, dopo qualche mese di stop, lo rileveranno due ragazzi, fratello e sorella, coraggiosi in questo periodo così difficile”.
Cosa è cambiato rispetto al 2014?
“All’inizio, c’è stato l’effetto novità. Negli ultimi cinque anni, però, sono nati diversi nuovi locali, ma il bacino d’utenza è rimasto lo stesso: troppo ristretto al di fuori dell’estate e dei periodi di festa. Anche prima c’erano i periodi morti: nei giorni infrasettimanali autunnali e invernali si lavora pochissimo. Tranne il venerdì e il sabato. Siamo andati avanti fino ad ora, nonostante la disillusione, grazie al lavoro dello staff: Federica Di Cicco, Sofia Mohamend, Luca Rosati e gli altri. Siamo andati avanti grazie ai clienti fissi, che ci hanno fatto compagnia: amici conosciuti qui e che, spero, lo saranno anche fuori da qui. È mancata la continuità del flusso di clienti. Tanta concorrenza, ma poca clientela sempre alla ricerca di cose nuove. La concorrenza fa anche bene, ma la città antica si è spopolata e non attrae più. La gente non esce per venire in centro, forse perché non si sente motivata a farlo, perché non ci sono attrattive. Uscire poco è diventata un’abitudine da dieci anni a questa parte. E non so se la crisi economica sia l’unico motivo. Secondo me, sono proprio cambiate le abitudini”.
Ti mancherà questo lavoro, oppure non vedi l’ora di liberartene?
[mic_dx] “Questo posto è parte di me. Quello che lascio, lo abbiamo fatto io e la mia famiglia mattone dopo mattone, conosco ogni angolo. Mi mancherà questo luogo, ma non questo lavoro, che è notturno e si svolge soprattutto nei giorni festivi e prefestivi, quando gli altri possono uscire e noi lavoriamo. Per il futuro, voglio sperare in una Vasto migliore e innovativa. Spero continui la tradizione della musica dal vivo, che si sta spegnendo: ormai sono pochissimi i locali che la praticano”.
Cosa vuoi dire a coloro che hai conosciuto in questi quattro anni e mezzo?
“Alle persone che ci hanno fatto compagnia, voglio dire che l’amicizia rimane. Ho sentito molto più vicini coloro che ho conosciuto nel mio lavoro, i clienti fissi, con cui ho fatto amicizia, rispetto a molte persone che già conoscevo. Se sono andata avanti per quattro anni e mezzo, è grazie a loro, che mi hanno supportato e sopportato. Non avrei mai immaginato di stringere un’amicizia così forte con persone per me sconosciute all’inizio di questa esperienza”.