Sembrava ci fosse anche Martin Heidegger ieri sera al Festival di cultura, filosofia e politica. La frase non suoni enfatica, poiché il professor Costantino Esposito, ordinario di Storia della filosofia all’Università degli studi di Bari Aldo Moro, rispondendo alle sollecitazioni intellettuali e filosofiche di Davide D’Alessandro, ha consentito al grande pensatore tedesco di essere presente, classico tra i contemporanei.
Heidegger: da Essere e tempo ai Quaderni neri, questo il titolo che ha chiuso la seconda edizione del Festival. Il sindaco, Francesco Menna, ha portato i saluti dell’amministrazione, ha ricordato che il gemellaggio tra Vasto e il capoluogo pugliese è in dirittura d’arrivo, ha elogiatola rassegna culturale che mantiene un livello sempre alto, problematico e complesso, assegnando alla filosofia l’onore e l’onere di sciogliere i nodi dell’esistenza.
E sull’esistenza si è concentrato Eposito, chiarendo la differenza tra quella autentica e inautentica. L’essere, l’esserci, l’essere per la morte, la possibilità e l’impossibilità dell’essere umano, l’angoscia, il confronto con Nietzche, l’onnipotenza della tecnica, la critica della modernità e del capitalismo. In una parola, il nucleo essenziale del pensiero heideggeriano prima di approdare alla questione, molto disputata, dei Quaderni neri. Esposito ha più volte precisato che non va assolutamente giustificata l’adesione del filosofo tedesco al nazismo, ma va contestualizzata e occorre sempre distinguere l’opera dall’adesione a questa o a quella dottrina. Un episodio inquietante, ha concluso il professore, che continuerà a inquietarci. Egli continuerà a studiare Heidegger, a porgli domande, per cercare risposte. L?uomo non è una cosa. Se non domanda, se non cerca, che uomo è?
[mic_sx]