C’è persino un fantastico presepe incorniciato. “Appendi il quadro e hai fatto il presepe”, sorride Nunzia Pinto. Entri in una bottega del centro di Vasto e ti sembra di stare a San Greogorio Armeno. La tradizione dell’antico e ineguagliabile presepe napoletano rivive da anni tra le quattro mura di questo negozietto di fianco al Castello Caldoresco, dove sono entrate anche le telecamere della Rai.
Manca meno di un mese e mezzo a quello che a Vasto è stato preannunciato come il Natale del presepe. Non solo gli ormai tradizionali appuntamenti con la natività vivente, ma anche il Presepe monumentale che verrà allestito a Palazzo d’Avalos.
E allora il pensiero va alla signora Nunzia. Chi meglio di lei può parlare di un’arte antica che, per lei, è anche una tradizione familiare?
“Qui tutto viene da San Gregorio Armeno. Lì ci sono i miei parenti che fanno i presepi. Con mio marito e mio figlio, ci trasferimmo a Vasto nel 2000 per cambiare vita. Mio figlio Fabiano aveva 14 anni e ci disse: ‘Qui la gente cammina per strada serena’. E così decidemmo di venire a vivere qui. All’inizio avevamo un negozio di modellismo in via Tobruk. Avevamo non solo velieri, ma anche aerei che volavano e auto vere, ma riprodotte in scala. All’inizio andò benissimo e investimmo tanto. Poi ci fu il calo”.
L’idea di dedicarsi all’arte della rappresentazione plastica della nascita di Gesù deriva da una passione di famiglia: “I miei nipoti fanno i presepi e mio marito aveva la stessa passione. In casa ne avevamo tanti, tutti fatti da lui, e così prendemmo in affitto questo locale per tre mesi nel tentativo di venderli. Furono anche usati, per volontà dell’allora sindaco Pietrocola, per allestire una mostra a Palazzo d’Avalos. Alla fine, terminata la mostra, mettemmo quei presepi nel nostro garage, ma nel 2007 subimmo un furto. Ce li rubarono tutti”.
Oggi Nunzia tiene aperto il negozio, uno scrigno con migliaia di statuine e centinaia di capanne e casette, esclusivamente per passione. “All’inizio, ci fu il boom. Quando a Vasto c’era un turismo ricco, si vendeve più d’estate che d’inverno. Ho avuto persino clienti finlandesi. Poi è iniziata la crisi e le cose sono cambiate. Ora, se riesco ancora a tenere aperto il negozio, è con la mia pensione e l’aiuto di mio figlio”, che lavora fuori Vasto negli alti livelli di in un’importante società della telefonia. “Da Lanciano mi era arrivata una proposta: mi avrebbero messo a disposizione gratuitamente un locale, ma qui ho mia figlia e ho deciso di rimanere vicino ai miei affetti”.