Sembra non ci siano soluzioni per evitare che una nuova tegola colpisca l’occupazione in Abruzzo e, più specificatamente, la provincia di Chieti. La Ball Beverage Packaging di San Martino sulla Marrucina ha deciso di chiudere, spostare la produzione altrove licenziando 70 persone alle quali se ne sommano altre 15 dell’indotto. La riunione in Prefettura di ieri a Chieti ha tutta l’aria di un aut aut: lavoro all’estero o nulla.
LA VICENDA – L’ennesima brutta storia di lavoro che va via arriva dal piccolo comune vicino Guardiagrele. Da 37 anni lo stabilimento della multinazionale statunitense Ball Corporation produce lattine di alluminio per i più importanti marchi del settore beverage: Coca Cola, Pepsi, Peroni, Heineken, Ferrero (Estathe) ecc. Qui sono state prodotte anche le edizioni speciali (soprattutto per l’universo Coca Cola) dedicate ad avvenimenti sportivi e non solo.
[ant_dx]La vertenza è iniziata circa un mese fa quando il management locale ha riunito i dipendenti nella sala mensa comunicando la chiusura dello stabilimento a fine anno. Un fulmine a ciel sereno perché l’azienda non è in crisi e non c’erano avvisaglie che facessero temere un provvedimento simile. Allo stesso tempo, il gruppo ha comunicato il potenziamento dello stabilimento di Nogara (Verona) con una linea dedicata alle lattine “sleek” (quelle più alte e strette). Il sospetto è che la produzione venga trasferita all’estero (nei mesi scorsi sono state attivati nuovi stabilimenti e linee in Spagna e Serbia).
Il presidente della Ball Corporation, Colin Gillis, in una nota diffusa subito dopo l’annuncio ai lavoratori ha parlato di “decisione molto difficile” e di “necessità di restare competitivi nel lungo termine per garantire risultati ai nostri stakeholder e 3.600 dipendenti in Europa“.
L’AUT AUT – La mobilitazione di lavoratori e mondo istituzionale finora non ha sortito ripensamenti. Ieri, in Prefettura a Chieti i rappresentanti della società, Lorenzo Garbellini e due legali, hanno ribadito l’intenzione di chiudere senza nessun passo indietro.
Davanti ai sindaci del comprensorio (oltre a quello di San Martino, Luciano Giammarino, erano presenti i colleghi di Guardiagrele, Ripa Teatina, Rapino, Roccamontepiano e Orsogna) e ai sindacati, l’unica apertura è stata quella di una ricollocazione dei dipendenti all’estero a patto che i lavoratori decidano in una settimana: una richiesta difficile da accettare in tempi così stretti anche secondo il prefetto Antonio Corona.
Lo stesso, così come assicurato anche dal presidente della Regione Giovanni Lolli, si impegnerà a favorire un tavolo ministeriale su una vicenda che ormai sembra aver preso una direzione ben precisa: la Ball ha infatti rifiutato eventuali riduzioni di tasse e la rinuncia al premio di produzione da parte degli operai.
A questo punto l’unica speranza di sindacati e maestranze è che la Ball Corporation si impegni nel favorire una riconversione del sito.