Ha ottenuto 30 giorni di proroga in sede di Valutazione di Impatto Ambientale il progetto di realizzazione di un impianto che tratta rifiuti sanitari in contrada Saletti, ad Atessa [LEGGI QUI].
“E dire che eravamo già pronti a festeggiare, quando, lo scorso 5 ottobre il Servizio di Valutazione Ambientale regionale comunicava alla proponente il preavviso di archiviazione della pratica con termine fissato al 10 ottobre, alla luce di una mancanza di comunicazioni da parte della proponente”, commenta l’associazione Noimessidaparte, tramite il presidente Marco Severo.
Ma il 9 ottobre scorso, la proponente, Di Nizio srl, con una comunicazione inviata al Servizio di Valutazione chiede una proroga dei termini, poiché l’azienda, come descritto nel documento, non ha mai ricevuto la richiesta d’integrazioni da parte di Arta, né tantomeno reperibile sul sito istituzionale del servizio di valutazione ambientale.
Così il 10 ottobre, il Servizio di Valutazione risponde dando sostanzialmente ragione alla proponente Di Nizio, confermando l’errore ed il mancato invio della richiesta, pertanto “si ritiene di poter concedere una proroga di trenta giorni a far data dalla presente comunicazione. – si legge nella nota – Pertanto, il termine ultimo perentorio per la presentazione della documentazione è fissato al 10.11.2018”.
“Come evidenziato nelle osservazioni da noi formulate congiuntamente a WWF e Legambiente, – spiega Severo – il progetto presenta delle criticità che devono essere considerate in sede di valutazione. Criticità come le emissioni in atmosfera (basti considerare il solo traffico di automezzi, circa 22.100 tir in più oltre l’impianto in sé), la collocazione, vicino ad una delle aree urbane con più sviluppo dell’ultimo ventennio, la vicinanza di case sparse (anche meno di 50 metri). Inoltre – prosegue la nota di Noimessidaparte – non si capisce nemmeno quale sia la reale finalità dell’impianto, se trattare rifiuti ospedalieri o stoccare rifiuti pericolosi, men che meno il beneficio per la collettività tenendo anche conto che in Abruzzo si producono meno di 4 mila ton/anno di rifiuti sanitari. Logico che l’impianto per [mar_dx] girare a regime dovrà necessariamente importare rifiuti da fuori regione”.
“Alla luce di questo errore del servizio di valutazione ci chiediamo in che mani siano affidati l’ambiente, la salute pubblica e i cittadini di Atessa. – afferma ancora Severo – Possibile che una svista così sempliciotta finisca per prolungare i termini di un procedimento che è fissato, per legge, per un massimo di 180 giorni? Più che un mero errore lo riteniamo una inadempienza delle regole e nello specifico una violazione alla legge 241/1990. Insomma, – conclude la nota – come dicevano i latini, errare è umano perseverare è diabolico. E noi auguriamo al servizio regionale di non commettere ulteriori errori e di tenere in seria considerazione le ragioni dei tanti cittadini che si oppongono al progetto”.