L’Osservatorio della legalità istituto in Abruzzo è un modello da imitare, secondo l’avvocato Michele Di Iesu, autore del libro La rilevanza penale delle condotte del pubblico funzionario
L’autore ha presentato ieri il suo volume nel dibattito organizzato a Palazzo d’Avalos dal Movimento 5 Stelle e moderato da Antonio Di Lauro, collaboratore parlamentare della deputata Carmela Grippa.
La corruzione si combatte “agendo su tre fronti: prescrizione, inasprimento delle pene e piani anticorruzione che prevedano, per i pubblici funzionari, obblighi di rendere tutto trasparente”, in modo da evitare che “decine di milioni di euro vengano sottratti ai cittadini. Credo che l’obiettivo del prossimo legislatore sia creare una cultura della legalità. L’Osservatorio è un’ottima idea”, ha detto Di Iesu alla platea della pinacoteca di Palazzo d’Avalos, dove sono intervenuti il sottosegretario all’Interno, Luigi Gaietti, i parlamentari vastesi Gianluca Castaldi e Carmela Grippa, e i consiglieri regionali Pietro Smargiassi, primo firmatario della legge che ha istituito l’Osservatorio della legalità Abruzzo, e Sara Marcozzi.
Marcozzi ricorda che, nella graduatoria della corruzione, “siamo al cinquantaquattresimo posto nel mondo, prima di noi c’è persino il Botswana, e terzultimi in Europa: dopo di noi ci sono solo Grecia e Romania”. Un reato che sottrae ai cittadini “dieci miliardi l’anno, con cui si potrebbe finanziare il reddito di cittadinanza. Il disegno di legge sulla corruzione prevede la figura dell’agente provocatore che già esiste in Inghilterra”.
“L’Osservatorio della legalità – spiega Smargiassi – è un organismo di supporto che serve a far sentire la politica vicina alle forze dell’ordine. Con l’Osservatorio, abbiamo dato un indirizzo politico per dire: questa è una Regione che vuole la legalità”.