Dieci impiegati in meno nel giro di tre anni. Il Tribunale di Vasto ha perso il 38,7% del suo personale. Ed entro la fine di quest’anno altri quattro dipendenti del palazzo di giustizia di via Bachelet andranno in pensione per raggiunti limiti d’anzianità di servizio. Col rischio che rallenti l’attività di tutta la macchina giudiziaria. Proprio nel periodo in cui, dopo anni, gli uffici della magistratura sono a pieno organico: 6 i magistrati giudicanti (il presidente Bruno Giangiacomo, e i giudici Fabrizio Pasquale, Stefania Izzi. Anna Rosa Capuozzo, Italo Radoccia, Prisca Picalarga e Silvia Lubrano) e e tre in Procura (il procuratore capo Giampiero Di Florio e i sostituti Gabriella De Lucia e Michele Pecoraro).
La pianta organica degli impiegati prevede, invece, 31 unità. Attualmente i dipendenti rimasti sono solo 19 (nel 2015 erano 29). A questi vanno aggiunti due applicati, ma per soli per tre giorni a settimana, provenienti dal giudice di pace e altri, che prenderanno servizio a breve, assegnati dalla Corte d’Appello. Un pannicello caldo, per un palazzo di giustizia di frontiera, che deve presidiare una zona di frontiera, sempre a rischio di infiltrazioni criminali da Puglia e Campania.
Non aiuta di certo a risolvere i problemi il limbo in cui il Tribunale si trova ormai dal 2012: soppresso dalla riforma della geografia giudiziaria, ma rimasto in vita fino al 2020 grazie a due proroghe. In attesa di una decisione definitiva. Intanto, si va avanti col personale ridotto all’osso e con amministrativi che devono sdoppiarsi tra uffici e udienze.