Un anno fa ha pubblicato i primi brani sul suo canale youtube: Somebody to love, dei Queen, [GUARDA] e Bridge over troubled water, di Simon&Garfunkel [GUARDA]. Ma non si tratta di cover come tante altre, come ce ne sono a migliaia sul web. Quelle realizzate da Giordano Mucilli, 27enne sansalvese, fanno a meno di chitarra, basso, batteria o altri strumenti. Sono tutte realizzate esclusivamente… con la sua voce. E così, nei mesi scorsi, incrociandolo nelle prove tra un musical e l’altro (altra sua passione) è nata la sfida-promessa: “Quando farai il prossimo brano a cappella lo racconteremo a tutti“. E così, quando nei giorni scorsi ha pubblicato From now on (da The Greatest Showman), in cui Giordano si supera perchè a tratti la sua voce si moltilplica in dieci, ecco che è partita la chiamata per farci raccontare un po’ del suo rapporto con il canto e la polifonia.
Quando è nata la tua passione per il canto?
Quando ero molto piccolo, grazie a mio padre, mio nonno e ai miei fratelli più grandi, all’epoca entrambi studenti in conservatorio. Sono stati proprio loro a indirizzarmi verso la Musica e il canto classici. E non solo: sono sempre stato permeato musicalmente dall’apertura mentale di mio fratello Michelangelo. Pertanto una fetta della mia conoscenza musicale la devo proprio a lui, e lo ringrazierò sempre.
Hai fatto studi di canto?
Ho iniziato ad 8 anni in una scuola privata di Vasto e da adulto con vari insegnanti a Roma e in giro per l’Italia. Inoltre ho studiato tecnica vocale e canto corale Jazz presso la Saint Louis di Roma e attualmente studio musica elettronica presso il conservatorio di Pescara.
[ads_dx]Quando le tue prime esperienze pubbliche?
Le prime risalgono a quando ero molto piccolo: gli altri bambini alla tavolata di Natale recitavano la poesia, i miei parenti invece mi facevano cantare arie liriche. E avevo capito che quella era la chiave per ricevere la paghetta più alta! Le esperienze “pubbliche” iniziano con il teatro dialettale a 14 anni, e proseguono per anni con musical e band locali. Fino ad arrivare alla compagnia Orizzonte Teatro con la quale attualmente condivido un bellissimo percorso umano ed artistico.
Come ti sei appassionato a questo aspetto della polifonia?
Diciamo che non sono mai stato un gran “suonatore di strumenti” (con estremo rammarico di mio padre). Le mie due grandi passioni musicali sono sempre state il canto e la musica elettronica. Come si può facilmente intuire, questi brani rappresentano la combinazione perfetta di entrambe le mie passioni.
Come scegli i brani da incidere?
Non ho un criterio specifico, vado semplicemente dove mi porta il cuore.
Che tipo di lavoro devi fare per scrivere le parti?
È un lavoro decisamente bello e creativo, anche se richiede molto tempo. Quando mi attivo ho già un disegno mentale di come verrà fuori il brano, e partendo dallo spartito originale, discrimino le varie triadi nel primo, terzo e quinto grado. In seguito mi piace aggiungerci anche delle settime o degli accordi sospesi. Diciamo comunque che tendo a seguire la linea melodica (e qualche volta ritmica) del brano originale.
Quanto tempo ci vuole a incidere?
L’incisione e l’assemblaggio sono le parti più divertenti, e, come tempo necessario, sono anche le più rapide. Una volta scritte le parti, appena ho dei pomeriggi o delle serate libere, le registro.
Chi ti consiglia o guida nelle tue scelte musicali e nei tuoi lavori?
In molti mi danno supporto morale e mi incoraggiano (i miei familiari, la mia ragazza, gli amici). Ma una parte del supporto materiale arriva da mio fratello che mi permette di utilizzare lo studio di registrazione della scuola di musica di famiglia (che lui gestisce). Qualche volta si fida a tal punto da permettermi di usare persino le apparecchiature più sofisticate.
Quali sono gli aspetti più complicati e quali più piacevoli?
Per quel che riguarda le mie cover l’aspetto più scocciante è senza dubbio quello del montaggio video. In quanto non sono un esperto di grafica o un professionista di editing video. Come ho già detto gli aspetti più divertenti sono senza dubbio la registrazione e l’assemblaggio.
Quanto dedichi ogni giorno al canto?
Tanto del mio tempo libero. Si può dire che quando non lavoro o studio ascolto o creo musica, mi cimento nel musical con la compagnia, o mi esercito nel canto!
Nel tuo rapporto con la musica dove ti aspetti di poter arrivare?
Innanzitutto mi diverto e arrivo dove mi porta il cuore. La Musica fino ad ora non mi ha dato da mangiare, ma credo abbia fatto molto di più. Mi potranno capire coloro che hanno una forte passione come questa. Tutti dovremmo avere qualcosa che sia l’occasione per staccare la spina. Nel mio caso per godere di un bravo cantante o performer di musical, di un arrangiamento ben fatto o per crearne uno. Quindi ad oggi la Musica la tengo come grande Amica, continuo a creare e studiare. E il mio obiettivo artistico è il diploma in conservatorio. Poi si vedrà.