Non sono più ai domiciliari, ma devono risiedere fuori da Vasto. Il Tribunale del Riesame ha attenuato la misura cautelare nei confronti di Antonio Recinelli e Luisito Lategano, due degli indagati nell’inchiesta sulle presunte tangenti al cimitero.
Secondo l’indagine coordinata dal procuratore di Vasto, Giampiero Di Florio, e condotta dalla polizia, Recinelli e Lategano, insieme a un altro dipendente comunale, Franco D’Ambrosio, avrebbero creato una gestione parallela del camposanto. Induzione indebita: è l’ipotesi di reato nei confronti di tutti e tre, accusati di essersi fatti consegnare dai familiari dei defunti somme non dovute per i servizi cimiteriali. Denaro che, secondo la difesa di Lategano, sarebbe stato regalato spontaneamente dagli utenti a titolo di mancia per il lavoro prestato.
Ad agosto i tre principali indagati avevano ottenuto già la modifca del provvedimento restrittivo, passando dai domiciliari al divieto di dimora, ma Recinelli e Lategano erano tornati al cimitero, dove era loro vietato di andare, causando così un nuovo aggravamento della misura cautelare. Su appello presentato dagli avvocati difensori Alessandro Orlando, Antonino Cerella e Massimiliano Baccalà, il Tribunale del Riesame dell’Aquila ha modificato parzialmente la misura, disponendo che entrambi dovranno risiedere fuori Vasto.
DICHIARAZIONI SPONTANEE – In tutto gli indagati sono 14, compresi i cittadini che, in base alle immagini registrate dalle telecamere posizionate dagli investigatori, risultano aver pagato. Sono stati interrogati. Alcuni di loro si sono avvalsi della facoltà di non rispondere.
Altri cittadini si sono presentati spontaneamente nel Commissariato di via Bachelet per raccontare fatti inerenti alle indagini. Le loro dichiarazioni sono state acquisite dagli agenti del commissario capo Fabio Capaldo.
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