Di cosa parliamo – Si inasprisce il dibattito politico sul Sic di Vasto Marina – il sito d’interesse comunitario che coincide con la Riserva naturale Marina di Vasto – istituito ormai da oltre un decennio per tutelare le dune e la fascia retrodunale della zona sud della riviera. Ieri la Commissione Territorio, Ambiente e Infrastrutture del Consiglio regionale ha dato il via libera a maggioranza al Piano di gestione del Sic, che ora dovrà essere approvato dal Consiglio. In disaccordo con il centrosinistra, Olivieri ha votato contro.
Menna: “Mi appello al voto responsabile” – Francesco Menna ora chiede di completare l’iter di approvazione del documento.
“E’ il primo piano di gestione – commenta il sindaco di Vasto – che la Regione Abruzzo ha la possibilità di licenziare. Io da sindaco di Vasto chiedo che venga portato il prima possibile in Consiglio affinché possa dare la giusta e dovuta risposta ai cittadini vastesi e agli operatori turistici. E’ un piano che sviluppa quell’area in termini ambientali che sviluppa le attività economiche che li insistono nel rispetto dell’ambiente, che elimina le barriere architettoniche e favorisce quindi l’inclusione anche dei diversamente abili. Mi appello al voto responsabile di tutti e al voto dei partiti e dei Movimenti politici, soprattutto di quei rappresentanti del territorio e della nostra provincia che conoscono bene la questione relativa a questo piano”.
“L’approvazione di questo Piano – ha concluso l’assessore alle Politiche Ambientali Paola Cianci – è fondamentale per coniugare l’elevata valenza naturalistica dell’area Sic con l’esigenza di fruibilità da parte di operatori turistici. L’unanimità del voto sarebbe un segnale positivo per il nostro territorio”.
Olivieri: “Non produce sviluppo” – “Il Vastese, dopo gli scippi sulla Sanità, sugli Enti, sull’acqua e sui rifiuti si appresta a subire una ulteriore azione si spoglio irreversibile in materia di sviluppo ambientale e turistico.
Si tratta, infatti, di dare seguito ad una impostazione miserevole, che mortifica l’ambiente e che non produce sviluppo ed occupazione”. Mario Olivieri, ormai sempre più in rotta con la maggioranza, boccia il documento approvato in Commissione dal centrosinistra.
Secondo Olivieri, “si era in presenza di elaborati progettuali obsoleti, perché redatti da oltre 10 anni, pieni di errori di rappresentazione grafica e di analisi scientifica e naturalistica (scoli di bonifica indicati come fossi di acqua, vegetazione infestante retrodunale indicata come vegetazione da proteggere, eccetera), privi di una impostazione progettuale di valorizzazione degli ambienti protetti fragili e bisognosi di tutela, ma partoriti per suscitare l’ odio e la diffidenza dei cittadini (chiusura della maggior parte degli accessi nella direzione dalla Statale 16 al mare, mancanza di un collettore fognante e di un adeguato asse di collegamento e di smistamento del carico antropico, nella direzione Nord–Sud lungo i circa 4 chilometri di area protetta).
Persino la fase di pubblicazione del citato Piano Sic, era risultata nebulosa essendo state acquisite moltissime osservazioni da parte degli operatori e degli abitanti interessati, controdedotte alla chetichella ,senza notificarle agli osservanti e senza dare luogo ad una fase di evidenziazione degli laborati progettuali adeguati (da chi e come) alle risultanze delle stesse osservazioni.
[mic_sx]Nemmeno la Agenzia del Demanio, la Capitaneria di Porto e la Dogana, amministrazioni dello Stato interessate alla tutela dei circa 60 ettari di territorio demaniale marittimo, sono state assolutamente coinvolte nelle scelte di valorizzazione e di progetto.
La maggioranza ha preferito, mettendosi la benda per ragioni di politica amministrativa regionale e di equilibri, fare finta di niente e procedere con un grazioso dono a quei partiti che sostengono le ragioni dell’ambientalismo radicale più sorpassato e che, sulla presunta difesa della natura, basano esclusivamente la propria sopravvivenza, fregandosene dei cittadini.
Io mi auguro, anche se non sono fiducioso, che nella giornata odierna ci sia un sussulto di ragionevolezza e che il Consiglio Regionale trovi la forza di tornare indietro, iniziando un nuovo percorso naturalistico condiviso, che affidi ad operatori ‘terzi’, gli interventi di programmazione e di gestione delle aree protette della Regione Abruzzo e che restituisca alle associazioni ambientaliste la sola funzione di consulenza e di controllo”.