Tutti hanno delle città di riferimento. Una città in fondo è questione di vibrazioni, di atmosfere e di sensazioni che si provano sulla propria pelle. Inoltre, ce ne sono alcune che vivono momenti di tendenza e finiscono sotto i riflettori, forse perché offrono qualcosa di unico o addirittura irripetibile.
Molti viaggiatori si rispecchieranno probabilmente in questa descrizione. Ma se ce n’è uno che ha colto appieno l’essenza della sua città di riferimento, quello è sicuramente Alessio Romano. Classe 1978, pescarese di nascita, alunno e poi docente della Scuola Holden di Alessandro Baricco, Romano si è immerso nel cuore pulsante di Lisbona riscoprendo una tradizione e un carattere che tarda fortunatamente a scomparire.
Nell’ambito della rassegna Scrittori in Piazza della storica Nuova Libreria di Germana Benedetti, Romano e il giornalista Giuseppe Ritucci, chiamato a mediare, hanno regalato al pubblico la serata probabilmente più dinamica tra tutte le proposte fino ad ora. D’altronde, lo si è notato anche dalle vendite del libro D’amore e baccalà. Al termine della presentazione infatti, la folla si è riversata nella libreria accaparrandosi nel più breve tempo possibile tutte le copie a disposizione. Ma non c’è da preoccuparsi: presto ne arriveranno altre.
Il carattere unico del libro sta nella commistione tra romanzo e guida per viaggiatori. Quest’ultima parola non è usata a caso. Lo scrittore ha tenuto più volte a rimarcare la differenza tra il turista e il viaggiatore e lo stesso approccio di Lisbona nei confronti di queste due figure apparentemente simili lo esemplifica. Non bisogna fermarsi in superficie ma mescolarsi con la tradizione. Solo in questo modo si possono scoprire le Tascas – piccole osterie a gestione familiare, per condividere il tavolo con chiunque e trasformare la gastronomia in un evento sociale – oppure la bellezza tragica e struggente del Fado, questo canto popolare che conserva ancora l’approccio e i costumi ottocenteschi.
Sono solo alcuni degli esempi citati da Romano. Come giustamente ha rimarcato Ritucci in alcune delle sue domande, lo scrittore descrive una città dal doppio volto: quello divertente, associato magari al carattere latino, al sole e al mare e quello più nostalgico legato alla sua struggente poesia. Proprio sulla poesia risuonano nomi che lo scrittore non ha tardato a rendere noti: Pessoa e Tabucchi sono due facce di una stessa medaglia, quest’ultimo fonte di ispirazione grazie al suo romanzo Requiem a cui l’autore, per sua ammissione, “deve molto”.
Influenze dunque che risuonano in tutto il libro e influiscono sui tre fattori centrali: per l’appunto l’amore, il baccalà e, infine, la visione. Il baccalà richiama l’importanza della gastronomia, parte fondante della cultura, un prodotto giunto dal nord Europa per combattere la carestia trasformatosi in cibo su cui sperimentare. La visione di un mare visto dall’alto – come a Vasto, Genova e Napoli – dove l’anima può rispecchiarsi e sentire per davvero quel sentimento intraducibile di “saudade” descritto da Tabucchi come “nostalgia del futuro”. Poi però, non dimentichiamocelo, c’è anche una storia d’amore che si lega inevitabilmente allo scrittore che più ha segnato Romano nella sua formazione: John Fante. La domanda a lui dedicatagli da Ritucci calza a pennello e aiuta ad enfatizzare l’altro lato del romanzo, quello più romantico, che lega l’alter ego dell’autore a Beatrix, la cameriera “più bella di Lisbona”.
Leggere “D’amore e baccalà” è come ritrovarsi nella capitale portoghese, pur non conoscendola. Per questo bisogna necessariamente andarci, provando a viverla secondo ciò che questo romanzo racconta sulla città: la sua poesia, la sua gastronomia e la sua essenza. Un’operazione ben riuscita per la casa editrice EDT, già produttrice delle guide turistiche Lonely Planet che, in vista di una sempre più crescente competizione con le app in costante aggiornamento, regala una collana su quelle stesse città di cui si occupa ma, questa volta, romanzandole. E, perché no, magari in futuro sarà l’Abruzzo ad essere trattato e approfondito seguendo questo schema.
Alessandro Leone
Foto – Scrittori in Piazza – Alessio Romano
Foto di Luana Bottega