Per tanti anni il suo pane quotidiano è stato lanciarsi in un tunnel di ghiaccio a folle velocità con un sincronismo perfetto con il suo compagno di bob Gunther Huber. Concentrazione e nervi saldi per andare alla ricerca del limite battendo tutti gli avversari. Una vittoria che si è materializzata in Giappone, a Nagano, il 15 febbraio 1998, quando il bob rosso con la bandiera dell’Italia ha stampato il miglior tempo (pari merito con i canadesi) portando Antonio Tartaglia nell’olimpo dello sport.
A vent’anni da quel successo indimenticabile Casalbordino, il suo paese, lo ha accolto con tutti gli onori che merita un olimpionico, per rinsaldare ancora una volta un legame che neanche la distanza, visto che da qualche anno Tartaglia vive fuori regione, può cancellare.
[ads_dx]Per il campione casalese è stata una giornata ricca di emozioni, iniziata con lo scoprimento di una targa, all’ingresso del paese, a lui dedicata. “Benvenuti a Casalbordino. Città del campione olimpico Antonio Tartaglia, medaglia d’oro a Nagano 1998“. Più dei celebri tarallucci o del vino, prodotti di eccellenza di questa terra. Gli amministratori comunali hanno voluto identificare la loro terra con uno dei suoi figli più nobili che, come testimoniato dall’ampia raccolta di giornali di vent’anni fa, ha fatto conoscere il nome di questo paese in tutto il mondo.
Tartaglia non ha nascosto le lacrime di gioia che ne hanno rigato il volto anche quando, all’auditorium Tito Molisani, nell’evento Gli indimenticabili dello sport [LEGGI] ha rivisto le immagini della sua gara di Nagano e dell’accoglienza da star riservatagli dai casalesi al suo ritorno a casa. Le emozioni hanno coinvolto un po’ tutti, da chi quei giorni li ha vissuti e li ricorda fino ai giovani sportivi, cresciuti con i racconti dei più grandi sull’impresa olimpica del loro concittadino. Profonde le parole di Antonio Tartaglia alla schiera di ragazzi pronti a salire sul palco per ricevere i riconoscimenti per il loro impegno nella passata stagione agonistica. “Date sempre il 100% in quello che fate. E poi non importerà se sarete arrivati primi, secondi o decimi. Quello che avrete fatto resterà a voi stessi. Fare sport è fondamentale perchè ti fa crescere con dei valori, in un ambiente sano”.