“Vorrei rinascere per ricominciare”: la pensava così Palizzi in una visione romantica della vita, come ha ricordato prontamente il sindaco Menna ieri ai Giardini d’Avalos. Rinascere il grande artista e pittore non può ma la sua opera continua a trascendere il tempo e, nel bicentenario della nascita, ritorna nuovamente a casa sua, Vasto, con 180 quadri e una mostra interamente dedicatagli.
In questo senso, il volume, che vanta 324 pagine e 322 illustrazioni, si erge a veicolo di comprensione del pensiero palizziano e offre un ausilio di rilievo per una completa fruizione dell’intera esposizione visitabile a Palazzo d’Avalos fino al 30 settembre. Alla presentazione del volume – che come ricorda Lucia Arbace è “edito da Carabba, stampato da Botolini, con i grafici di Moby Dick” ed è quindi 100% made in Abruzzo – l’assessore alla cultura Forte si è detto “orgoglioso di essere riuscito a portare a termine quest’impresa.”
Un’impresa è stata, senz’altro, riportare a Vasto le opere del pittore simbolo della scuola naturalista napoletana e, al contempo, stampare un volume approfondito come nelle più grandi mostre nazionali. Un volume che, per l’appunto, non lascia nulla al caso e si sforza nel tracciare la figura del Palizzi a tutto tondo a partire dagli esordi passando per i viaggi, le analisi dei temi fondamentali, lo studio sui cavalli, le maioliche, le collezioni da cui provengono i quadri, il suo legame con la fotografia e tanto altro.
“E’ importante dare un posto di rilievo alla cultura, spesso messa in secondo piano” – ha sostenuto il professore e direttore della collana Documenti, testimonianze e immagini di Carabba Gianni Oliva, che ha poi aggiunto nel suo lungo intervento: “A Vasto c’è una specie di determinismo genetico. All’accidia degli abitanti, notata da Serafino Razzi durante il suo viaggio, si affianca una profonda ricchezza culturale. Basti pensare ai fratelli Tiberi, ai Rossetti e alla stessa famiglia Palizzi”. Un concetto ribadito anche da Lucia Arbace, curatrice del volume: “Ho sempre pensato che l’Abruzzo fosse una regione di eccellenze, dal passato ad oggi”.
Eccellenza a cui mira Filippo Palizzi “La natura e le arti” che nella sua produzione, come ha ricordato la stessa Arbace, si è avvalso di numerosi contributi – tra cui gli scritti di Lucia Arbace, Franco Maria Battistella, Silvia Bosco, Maria Grazia Gargiulo, Alessandra Giancola, Stefano Menna, Rossella Napoli, Giorgio Napolitano, Maria Antonietta Picone Petrusta, Patrizia Piscitello, Sara Pizzi, Chiara Stefani, Maria Tamajo Contarini, Andrea Zanella e le foto di Gino Di Paolo, Marco Cascello e Luciano Romano – e della riscoperta di tutte le fonti possibili, come con i taccuini di Chieti su cui Palizzi annotava gli appunti dei suoi viaggi e, non a caso, nella mostra viene esposto il suo primo passaporto.
Dunque, il volume sul grande pittore, artista e pensatore vastese si propone come un pilastro per gli appassionati ma, soprattutto, per gli studiosi che possono finalmente incontrare un’opera onnicomprensiva e dettagliata.
Alessandro Leone