Sono fissati per martedì prossimo, 10 luglio, alle 15,30, nel palazzo di giustizia di Vasto, gli interrogatori di garanzia dei tre dipendenti comunali finiti agli arresti domiciliari ieri nell’ambito dell’operazione Eterno riposo.
L’indagine, condotta dalla Procura e dal Commissariato di Vasto, verte attorno a quella che il procuratore capo, Giampiero Di Florio, ha definito “una gestione parallela del cimitero”.
Le accuse sono racchiuse nelle 479 pagine dell’ordinanza con cui il giudice per le indagini preliminari, Italo Radoccia, ha accolto la richiesta di custodia cautelare ai domiciliari presentata dal procuratore.
La difesa studia le contromosse. Cauto l’avvocato Massimiliano Baccalà, che difende D’Ambrosio e Recinelli: “E’ prematuro parlarne. Devo prima leggere il corposo fascicolo dell’inchiesta. Poi, all’esito degli interrogatori, vedremo il da farsi”.
“Chiederò la remissione in libertà del mio assistito”, annuncia l’avvocato Antonino Cerella, legale di Lategano. “L’accusa di induzione indebita può essere configurata nei confronti di una persona che abbia la qualifica di pubblico ufficiale o incaricato di pubblico servizio. Il mio cliente è un operaio addetto alla manutenzione, di conseguenza – sostiene il difensore – ho dei dubbi che possa essere qualificato come incaricato di pubblico servizio. E’, invece, un operaio generico, che non ha seguito corsi professionali specifici, né è stato assunto come necroforo”.