In media, 12 ore. Ma qualche seduta ha sfondato anche la soglia delle 15. Il Consiglio comunale dura troppo. Risultato: la platea riservata al pubblico è sempre desolatamente vuota e cala anche la permanenza davanti allo schermo da parte di chi vorrebbe seguire i dibattiti in diretta streaming sul sito internet del Comune, ma non può certo sorbirsi un’intera giornata di litigi. Conseguenza: sempre più spesso, come nell’ultima doppia seduta, i consiglieri finiscono per parlarsi addosso, sucitando poco (e, al volte, nessun) interesse tra i cittadini. Rimedio possibile: riformare il regolamento, dando una sforbiciata ai tempi dei discorsi.
Già il quinquennio 2011-2016 non aveva brillato per celerità delle sedute. Negli ultimi due anni, però, la durata media è salita ancora.
La proposta – La scorsa settimana Davide D’Alessandro (Lega) ha proposto “la riduzione dei tempi d’intervento (anche su interrogazioni, interpellanze e dichiarazioni di voto)”, perché “c’è chi sbraita, di qua e di là, per i lunghissimi Consigli comunali che, tra l’altro, non giungono neppure a conclusione. Vengono sciolte le sedute ma restano punti all’ordine del giorno inevasi con la costrizione a rinviarli (chissà a quando) perché tutti non hanno la voglia, e la possibilità, si stare tutto il giorno nell’Aula Vennitti”.
Maggioranza apre – Affermazioni che stavolta non provocano il solito muro contro muro tra maggioranza e opposizione, ma sembrano sfondare una porta aperta.
Favorevole Maria Molino, presidente della Commissione consiliare Affari istituzionali e Regolamenti, che si prende l’impegno derivante dal suo ruolo: “Porterò in Commissione una bozza di modifica del regolamento da sottoporre ai rappresentanti dei gruppi consiliari”. L’obiettivo è, quindi, arrivare a una proposta condivisa che poi, nel voto definitivo Consiglio, possa ottenere il consenso più ampio possibile. “Perché le sedute si svolgano in modo equilibrato e pacato – sottolinea Molino – non è necessario avere le stesse idee, ma occorre lo stesso rispetto”.
Anche il padrone di casa dà il suo benestare: il presidente del Consiglio comunale, Mauro Del Piano, ricorda che “già nella precedente consiliatura ho dichiarato di essere d’accordo con coloro che evidenziavano la necessità di snellire le sedute. Ribadisco il mio consenso, precisando che non è finalizzato a mettere il bavaglio alla libertà di espressione di tutti i consiglieri comunali, di maggioranza e minoranza”. Il taglio s’ha da fare.