E alla fine sono partite le lettere di licenziamento per i 420 dipendenti della Honeywell, dopo mesi di lotte, incontri e speranze. Un ultimo “no” è arrivato oggi, direttamente dall’azienda che ha deciso di delocalizzare in Slovacchia la produzione di turbocompressori.
Un “no” al Mise ed alla richiesta, sostenuta anche dallo stesso ministero, dei sindacati di tenere in carico ancora per alcuni mesi i lavoratori.
E’ della settimana scorsa il diniego definitivo del ministero del Lavoro alla concessione della cassa integrazione straordinaria ai lavoratori della fabbrica di Atessa perché, come affermato dallo stesso ministero, “non può essere richiesta nei casi di cessazione dell’attività produttiva dell’azienda”, proprio come accaduto alla Honeywell di Atessa.
A nulla sono valsi gli incontri nei palazzi che contano a Roma, o le proteste nella Capitale e i presidi davanti i cancelli della fabbrica; come annunciato dai sindacati [LEGGI QUI], dopo 48 ore è arrivata la risposta della proprietà e, ancora una volta, non è stata quella auspicata.
Ora non resta che sperare nelle aziende che si sono dette pronte ad investire nel sito di Atessa, ora più che mai, ultima flebile fiammella di speranza.