“Gli angeli non volano mai da soli, ecco la mia schiera”. Una lettrice di Zonalocale racconta la professionalità e l’amore trovati nei medici che la stanno curando, dal pronto soccorso alle strutture specialistiche. Ci chiede di non pubblicare il suo nome. Ecco il suo toccante ringraziamento, che ha voluto intitolare “Oltre il cuore”.
“Quando pensi sia il caso o il destino ma non lo è. Una sera, arrivata al pronto soccorso per un’iniezione sbagliata, causa di spasmi alle gambe, a due mesi dagli ultimi controlli, tutti negativi per un tumore al seno, incontro un medico, uno dei tanti, pensavo, che mi accoglie sin da subito con il sorriso; racconto il presente e il passato, per sicurezza decide di farmi un’ecografia; è lì, scrupoloso, non mi rimanda a un controllo specialistico, preferisce verificare che sia tutto in ordine. Guarda, sonda, riguarda attento e, incredulo, alla fine con delicatezza e tatto, mi dice che non puo’ far finta di nulla, vede un nodulo che non gli piace. Nel terrore, spavento e sgomento ho pensato di aver incontrato un angelo, perché stava svolgendo il suo lavoro con cuore, cura e umanità, qualità che spesso sono difficili da trovare. Il mio primo angelo si chiama Alessio D’Angelo, non a caso…
In questa storia non è il solo, un altro degno del titolo è il Dottor Nicola Marisi, uno dei miei medici di fiducia che da sempre mi supporta; informato subito dal Dottor D’Angelo, all’una di notte mi chiama e mi chiede cosa stia succedendo dandomi appuntamento per il giorno dopo.
Gli Angeli non volano mai da soli, ecco la mia schiera:
Il dottor Nicola D’Ostilio, la Dottoressa Maria Mancini che si sono prodigati per farmi fare velocemente tutti i controlli del caso, il Dottor Stefano Carafa dell’ospedale di Termoli, la Dottoressa Chiara Ludovico dell’ospedale di Lanciano e la mia carissima amica Maria Cristina Di Marco, oncologa del Policlinico Sant’Orsola di Bologna che mi guiderà lungo questa mia nuova salita, un po’ meno impervia per il cuore, la cura e l’attenzione che ognuno di loro ha profuso. Senza giri di parole questi loro doni, penso, mi salveranno la vita. Ecco una sanità fatta non solo di medici che svolgono pedissequamente il loro lavoro ma che lo fanno con compassione, amore e rispetto per l’altro.
Ecco l’altra medicina che ci piace e ci fa sperare”.