Il 24 maggio un gruppo di 61 alunni, accompagnati dai loro docenti, frequentanti la sezione artistica dell’Istituto Comprensivo Gabriele Rossetti di Vasto hanno visitato, nelle suggestive sale del Complesso del Vittoriano di Roma, la mostra di Claude Monet, padre dell’impressionismo. I giovani studenti hanno vissuto una straordinaria ed entusiasmante esperienza ripercorrendo la vicenda artistica di Monet, un vero e proprio viaggio nella vita dell’artista, nelle sue cose e nella sua idea di giardino, hanno conosciuto il rapporto con la sua famiglia e il ruolo chiave che la stessa ebbe nella sua vita, le due mogli e i numerosi figli, ritratti di famiglia e caricature, e la sua scelta di trasferirsi dopo una vita passata a scoprire luoghi e a conoscere persone in giro il mondo in Normandia, nel villaggio di Giverny, che diventò il suo celebre giardino, ancora oggi uno dei più visitati e sede del museo/fondazione che porta il suo nome, il suo laboratorio pittorico “en plein air”.
I continui giochi di luce rilevano e nascondono insieme e l’effetto in chi le osserva è di spaesamento e di attrazione per quelle fotografie naturali dove i soggetti preferiti dall’artista sono da soli o in compagnia di salici piangenti e di altri alberi, testimonianza dell’infinito amore che l’artista aveva per il giardinaggio. Quei fiori così particolari, simboli della sua pittura, assoluti protagonisti della sua pittura.
[ads_dx]Gli studenti, dotati ognuno di audiocuffie, sono stati guidati in questo meraviglioso viaggio nella vita dell’artista, attraverso le sei sezioni, approfondendo l’intero percorso artistico del maestro impressionista, iniziando dalla sezione interamente dedicata alla famiglia e al ruolo chiave che la stessa ebbe nella sua vita, poi con “Le caricature” – che iniziò a fare adolescente in collegio a Le Havre. Londra e il suo skyline sono presenti nella sezione “Monet cacciatore di motivi”, dedicato ai suoi continui viaggi, soprattutto a quello nella capitale inglese che volle visitare dopo esserne rimasto affascinato alla vista delle opere di Constable e di Turner. Il percorso visivo ed emozionale continua con I ponti giapponesi e salici piangenti – tele molto personali, realizzate dopo la morte della seconda moglie e del figlio Jean e termina con gli splendidi Pannelli monumentali.
A completare il percorso espositivo, una ricostruzione di una delle ultime opere di Monet andata perduta nell’incendio del Museum of Modern Art (MoMa) di New York, avvenuto il 15 aprile del 1958. Un’opportunità unica, dunque, per conoscere un artista che ha influenzato l’intera produzione artistica europea dell’intero ‘900. Guardare quelle ninfee, chiudere gli occhi e cercare di immaginare Monet nel suo giardino quasi incantato e riuscire a vederlo, riuscire a percepire quelle sensazioni immortali di serenità, gioia, libertà e pace.
La mostra ha permesso di conoscere uno spazio diverso da quello in cui ognuno di noi si trova, uno spazio veramente oltre la storia.
Emma Columbro