“Credo si tratti di un atto dovuto. La magistratura interviene quando ci sono degli esposti. Del resto, Vasto è ormai la città delle denunce”. Così l’ex sindaco Luciano Lapenna, contattato da Zonalocale, commenta la notizia, che lui stesso ha diffuso stamani tramite il suo profilo Facebook, dell’inchiesta sul crollo di una parte del muraglione dei giardini di Palazzo d’Avalos.
Per il cedimento del 24 gennaio 2015, sono indagati l’ex primo cittadino e attuale consigliere comunale del Pd, e tre dirigenti municipali: Vincenzo Marcello, Roberto D’Ermilio, entrambi in pensione, e Michele D’Annunzio.
“La Procura fa il suo lavoro”, precisa Lapenna, che poi aggiunge con amarezza: “Con questa logica, i sindaci dovrebbero chiudere le strade non appena si dovesse presentare una crepa. Così si apre un percorso delicato, perché i sindaci sono sommersi da grandi responsabilità, senza avere poteri, né risorse economiche. Persone serie subiscono processi e, spesso, vengono condannate. Di questo passo, nessuno vorrà fare il sindaco. Mi chiedete se sono sereno? Nessuno può essere sereno quando è sotto inchiesta. Confido nel lavoro della magistratura. Se qualcuno cade in una buca, il sindaco va sotto processo per omicidio colposo”.