C’è “Vasto” nella firma della lettera con un proiettile in allegato recapitata due giorni fa alla segreteria dell’assessore alla Sanità della Regione Abruzzo, Silvio Paolucci. È quanto trapela dalle indagini e riportato dal Messaggero Abruzzo. Una calligrafia definita “sgangherata” dalla quale però pare emerga una firma che riconduce alla città: “Noi di Vasto” o “Rivoluzione vastese”.
Il pensiero non può che andare alle mai sopite polemiche riguardanti l’ospedale di Vasto che negli anni ha conosciuto alcuni ridimensionamenti – l’ultimo quello riguardante il reparto di Gastroenterologia dove non sarà più possibile accettare ricoveri, LEGGI – e la querelle di lungo corso legata alla sala emodinamica. La pista seguita è solo quella dell’attività politica in campo sanitario.
Insieme alla lettera, infatti, c’era una “nota amministrativa che riguarda uno specifico provvedimento in materia di sanità” – scrive il giornalista Stefano D’Ascoli – oltre a “confusi riferimenti a località abruzzesi”.
Nella missiva pare fossero indicati anche altri nomi come quelli del manager Asl Pasquale Flacco, il direttore Vincenzo Orsatti, il sindaco di Lanciano Mario Pupillo e altri primi cittadini.
[ant_dx]Le indagini sono portate avanti dalla Digos della questura dell’Aquila, il caso è seguito dal procuratore capo Michele Renzo. Si attendono i risultati dei rilievi su busta, lettera e proiettile.
Dopo la lettera a firma di “sedicenti movimenti rivoluzionari vastesi”, per ora pare esclusa l’assegnazione di una scorta nei confronti di Paolucci; molto probabilmente si opterà per una sorveglianza.
Il destinatario, l’assessore, ieri presente a Lanciano [LEGGI] ha bollato l’episodio come gesto di uno “squinternato”, ma si è appellato al senso di responsabilità: “Chi riveste un ruolo di responsabilità deve utilizzare un linguaggio più appropriato per aggettivi e sostantivi. Bisogna che tutti cominciamo a pensare che dobbiamo tarare meglio l’uso del linguaggio”.