La storia infinita si sposta nelle aule giudiziarie. La società vastese Vallecena srl di Giovanni Petroro ha infatti presentato ricorso al Tar contro l’ennesima richiesta di documenti che il comitato Via ha avanzato nel dicembre scorso. Una nuova puntata nell’intricata vicenda che assume contorni paradossali.
IL RICORSO – La prima presentazione del progetto di discarica a poca distanza dal Civeta (ma in territorio di Furci) risale addirittura al 2005. Le ultime novità riguardano quanto accaduto alla fine del 2017. Il 21 dicembre il comitato Via chiede ancora una volta integrazioni documentali alla società [LEGGI]. Questa risponde con il ricorso al Tar di Pescara (il 21 febbraio) per “verificare la legittimità della pretesa istruttoria avanzata dal CRR VIA e di rimettere poi gli atti al medesimo organismo per la decisione” auspicando una sospensione del procedimento in attesa del giudice.
Non va invece così. Il 6 marzo scorso – due giorni dopo la costituzione in giudizio della Regione in risposta al ricorso – il comitato presenta un ultimatum alla Vallecena: o i documenti richiesti arrivano entro 10 giorni o si va verso il rigetto dell’istanza. Per la società vastese si tratta di un atto sconsiderato verso il quale viene prodotta una diffida a prendere ulteriori decisioni anche perché l’ultimatum si riferisce a una richiesta impugnata davanti al tribunale amministrativo. In caso di rigetto, arriverebbe un altro ricorso.
I principali punti contestati dalla società sono due. Innanzitutto la presunta carenza documentale: la Vallecena dichiara di aver già messo agli atti, da tempo, le integrazioni richieste. Poi, ci sarebbe il ritardo della richiesta avvenuta il 21 dicembre “oltre il termine di legge del 22 novembre 2017”.
[ant_dx]LA DIFFIDA – Nella diffida la Vallecena usa toni duri contro un comitato Via incapace di decidere (“Il CRR VIA porta avanti un comportamento temerario che, oltre a danneggiare la scrivente, espone la Regione Abruzzo a gravi responsabilità risarcitorie ed erariali” vi si legge) e verso il quale annuncia richieste di risarcimento danni e non solo: “La Vallecena Srl invita Codesto Comitato a non intraprendere ulteriori iniziative, pregiudizievoli, tra cui l’emanazione di ulteriori atti prima della decisione giudiziaria e annuncia che tutelerà i propri interessi in tutte le sedi competenti, non esclusa quella penale, ritenendo il comportamento sopra descritto e gli atti assunti non conformi a legge”.
I COMUNI – Ora, dall’altra lato ci sono i Comuni di Furci e San Buono che si sono costituiti in giudizio. Soprattutto per il primo si tratta di una posizione quantomeno insolita trovandosi dalla stessa parte di quella Regione contestata aspramente per aver riaperto un procedimento già archiviato nel 2016.
La prima udienza è in programma dopodomani, il 20 aprile. Una vicenda destinata a proseguire nel tempo principalmente per un’incapacità nel decidere in 13 anni se la discarica da 150mila metri cubi per rifiuti non pericolosi si può fare o no.