“No al terremoto fiscale”. “È incomprensibile. Reduci dal terremoto, vittime dello Stato”. Sono due degli striscioni esposti oggi da migliaia di persone che hanno partecipato all’Aquila al corteo, organizzato da Comune e Regione, per dire no alla richiesta della Commissione europea, che vorrebbe imporre alla popolazione colpita dal terremoto del 2009 il pagamento per intero – e non con l’abbattimento del 60% – delle tasse sospese a imprese e professionisti.
Regione e sindaci hanno scritto una lettera al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella: “I Governi italiani, per dieci diverse calamità avevano concesso vantaggi fiscali a imprese senza mai notificare l’intervento alla Commissione Europea e senza rispettare i regolamenti comunitari”, si legge nella missiva, che spiega così le motivazioni della procedura d’infrazione aperta dall’Ue nei confronti dell’Italia, con la conseguente richiesta di recupero dei vantaggi fiscali concessi.
Alla manifestazione era presente la leader di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni: “Non voglio parlare di governo, ma dell’Aquila e di una Europa incapace di distinguere aiuti di Stato da quello che lo Stato deve legittimamente ad una popolazione colpita da un dramma”.
“È una manifestazione partecipata”, ha commentato Pierluigi Biondi, sindaco dell’Aquila. “C’è quella rabbia positiva che ha consentito anche in passato di rivendicare diritti negati. Bisogna combattere perché la proroga di quattro mesi non risolve il problema. Lotteremo fino alla fine con mezzi civici, politici e giuridici”.
“Siamo persone serie. Questa – ha affermato Giovanni Lolli, vice presidente della Regione – è una manifestazione per la legalità, non chiediamo condoni. Questo è il posto d’Italia dove si pagano le tasse più alte, le tasse più la rata di restituzione. Lo Stato rispetti le sue leggi. C’è una legge che dice come restituire le tasse, se i governi che si sono succeduti hanno dimenticato di fare la notifica la colpa non è nostra”.
La precisazione dell’Ue – “Solo le compensazioni fiscali ingiustificate – ovvero quelle ricevute da imprese che non avevano attività economiche ma solo la sede legale sul territorio o che hanno ricevuto di più rispetto ai danni subiti – sono quelle che devono essere restituite. E queste riguardano esclusivamente il sisma del 2009”. Lo precisa un portavoce della Commissione Ue all’Ansa, ricordando che qualche settimana fa la stessa Bruxelles ha dato l’ok allo schema di aiuti da 44 milioni di euro per il 2018-2020 per i terremoti del 2016-2017.