“Il presidente della SASI deve capire che i tempi sono cambiati e certi metodi di assunzione sono un’offesa al rispetto delle norme, alle regole della trasparenza e, cosa più importante, alla stessa meritocrazia soprattutto in un momento così difficile che vede i nostri ragazzi sempre più spesso costretti a lasciare l’Abruzzo”. Per queste ragioni, stamattina, il consigliere regionale e presidente della Commissione vigilanza Mauro Febbo ha presentato un esposto – diffida alla Procura della Repubblica (e via pec anche alla Procura della Corte dei Conti de L’Aquila, Autorità Anticorruzione e Collegio Sindacale SASI) “che non vuole essere in nessun modo un atto ostile o ledere i diritti e i posti di lavoro di coloro che negli anni hanno maturato esperienze e professionalità”, spiega.
Febbo chiarisce che il suo esposto nasce, “non per colpire i lavoratori precari che dovevano e devono essere stabilizzati, ma contro chi agisce arrogantemente senza rispettare norme e leggi continuando a calpestare le regole della meritocrazia e della trasparenza. I lavoratori precari possono stare tranquilli, – prosegue Febbo – non sarà la mia azione a danneggiare e ledere i loro diritti pregressi, e oggi ulteriormente acquisiti, perché dovranno essere regolarizzati secondo quello che già prevedono le disposizioni vigenti”.
E accusa anche le organizzazioni sindacali che, a suo dire, danno il loro assenso a tutto ciò solo perché si prospettano nuove assunzioni. “Nel bilancio della SASI vengono evidenziate situazioni debitorie, deficitarie e di impossibilità di certezza di partite creditorie, che fanno temere a una prossima richiesta di procedure concordatarie e concorsuali che danneggerebbero l’intera economia territoriale oltre che a mettere a rischio i posti di lavori. – dice ancora Mauro Febbo – Altro che regolarizzazione e nuovi posti di lavoro. Di questo si dovrebbe occupare il presidente Basterebbe, magari individuando le opportune e idonee strategie risolutive, piuttosto che dedicarsi a continui viaggi romani (tutte a spese della collettività) per chiedere protezioni ed indicazioni”.