“Ci faremo nuovamente promotori di un’iniziativa parlamentare per vietare l’utilizzo dell’air gun ai fini delle prospezioni e delle ricerche di idrocarburi in mare, partendo dal lavoro già avviato nella precedente legislatura”. I parlamentari abruzzesi del Movimento 5 Stelle rispondono così alla bocciatura da parte del Consiglio di Stato dei ricorsi per bloccare la tecnica per la ricerca di gas in mare [LEGGI].
“Vorrei ricordare – dice il senatore vastese Gianluca Castaldi – che sull’air gun esiste un mio disegno di legge, che dispone un maggiore rispetto per l’ecosistema durante le attività di ricerca di petrolio e gas nel mare, con il divieto di utilizzo dell’air gun, una tecnica di ispezione dei fondali devastante, soprattutto in un mare chiuso come il Mediterraneo. Si continuano a sottovalutare gli enormi impatti negativi che questa tecnica ha sulla fauna e sull’intero ecosistema marino, come dimostrano numerosi studi nazionali e internazionali. Il mio disegno di legge era composto di due articoli, non aveva bisogno di grandi esami o discussioni. Bastava la volontà politica di approvarlo, volontà che è mancata ai partiti di maggioranza. L’Abruzzo aveva fatto ricorso al Consiglio di Stato proprio partendo da questo principio di precauzione, ma i richiami sono poi stati ritenuti infondati e in parte inammissibili. La nostra è una presa di posizione coerente, testimoniata da atti e voti sia in Parlamento, dove ho presentato come primo firmatario una proposta di legge per abolire la pratica dell’air gun, sia in Regione con gli atti dei consiglieri abruzzesi del Movimento 5 Stelle”.
[ads_dx]Ad intervenire sulla questione sono tutti i neo parlamentari eletti del Movimento 5 Stelle. “A risentire della nuova ondata di autorizzazioni alle trivellazioni sarebbe l’intero tessuto economico delle località interessate, dall’Emilia Romagna alle Puglie, con danni al turismo e alla pesca. L’Adriatico è infatti il mare che fornisce oltre la metà del pescato del Paese. In Italia sono 136 le piattaforme offshore. Con un contributo al fabbisogno energetico nazionale di pochi punti percentuali per il gas e solo dell’1% circa per il petrolio, ha senso tutto questo? Per le compagnie petrolifere sì, per i cittadini no”.
Oltre alle “istanze di prospezione, oggetto della recente sentenza del Consiglio di Stato sulle coste ioniche pugliesi, c’è una terza istanza di prospezione per ulteriori 4 mila kmq nel Golfo di Taranto, insieme ad altre 16 istanze di nuovi permessi di ricerca, per un totale di 9.500 kmq e due permessi di ricerca già rilasciati. Nell’ambito di queste richieste, nel solo mese di settembre 2017, il Ministero dell’ambiente ha rilasciato ben 6 pareri favorevoli per effettuare indagini di ricerca sismica attraverso l’utilizzo dell’air gun”.
Per questo, spiegano i pentastellati abruzzesi, “occorre fermare tutte le richieste non ancora autorizzate e attuare subito la politica energetica sostenibile che il M5S ha già proposto attraverso un Programma Energetico nazionale, caratterizzato dal rispetto per l’ambiente, dal risparmio energetico e dal benessere economico ad alta intensità occupazionale”.
Secondo il Movimento 5 Stelle, “il comparto delle fonti rinnovabili diffuse sul territorio, unitamente all’efficientamento energetico e alla ricerca, creerebbe per ogni miliardo di euro investito oltre 17.000 posti di lavoro, con risparmi enormi anche nella spesa sanitaria. I cittadini e i territori pagano le scelte energetiche antistoriche e obsolete volute dai politici influenzati dalle lobby petrolifere“.