E’ dell’altro giorno la notizia che il Consiglio di Stato ha respinto i ricorsi presentati dalla Regione Abruzzo contro il ministero dell’Ambiente e la società Spectrum Geo Ltd, dando in pratica via libera alle attività di “prospezione e ricerca” di gas (dicasi “trivellazione”) al largo della costa adriatica, dall’Emilia Romagna fino alla Puglia.
Decisione, a quanto si legge, inevitabile posto che i motivi di ricorso sono stati giudicati in parte infondati in parte inammissibili e molte delle censure sono state giudicate “generiche”.
(per i dettagli: http://www.ansa.it/canale_ambiente/notizie/energia/2018/03/13/-trivelle-cons.stato-boccia-ricorsi-ok-ricerche-gas-_8049d3a1-dd4f-484b-8f7d-87271b173d4c.html )
A questo punto, passati i dieci minuti di sdegno popolare, alcune riflessioni vanno pur fatte.
Innanzitutto, un ricorso tacciato come “generico” ed infondato dal Consiglio di Stato testimonia approssimazione, leggerezza, pressapochismo: chi ha materialmente redatto i ricorsi non era in grado di farli meglio? O forse non aveva gli elementi per farli meglio? Certo, c’è un problema grave di carenza tecnico-amministrativa e/o di sostanza della questione. Fate voi.
Ma, quand’anche il ricorso fosse stato fatto nel migliore dei modi, ineccepibile ed inattaccabile sotto qualsivoglia punto di vista, non riteniamo che i giudici del Consiglio di Stato siano stati perlomeno influenzati dal fallimento del referendum dello scorso anno, in cui appena il 31,19% degli elettori si recò alle urne per votare e, di questi, l’ 85,84% votò contro le trivellazioni (come dire che appena un quarto dei votanti era veramente interessato a fermare le trivellazioni in Adriatico)?
Oggi chi si sdegna dovrebbe prima fare un serio esame di coscienza e poi, eventualmente, strapparsi le vesti. In primis, tra questi ultimi, i rappresentanti istituzionali delle regioni interessate oltre l’Abruzzo.
Le trivellazioni, infatti, riguardano un tratto che va dall’Emilia Romagna alla Puglia: come mai solo l’Abruzzo ha fatto ricorso?
E che senso ha, a questo punto, la tardiva e farisaica esternazione del presidente della Regione Puglia che ora, a cocci sparsi, vuole “aprire un fronte anti-trivelle”? Il fronte già c’era: bisognava solo metterci anche faccia e volontà, caro presidente!
Trivelle o meno, a me pare che in questa questione abbiamo perso molto di più che dei valori ambientalisti: abbiamo perso la dignità della coerenza.