Quattro ore di stipendio decurtate dalla busta paga. E’ la sanzione che la commissione disciplinare del Comune di Vasto ha inflitto a un dipendente municipale per aver oltraggiato due vigilesse.
Il fatto risale al 29 dicembre scorso. A seguito del verbale stilato dal comandante della polizia municipale, Giuseppe Del Moro, si erano aperti due procedimenti: uno disciplinare in Comune, l’altro penale presso la Procura della Repubblica con l’ipotesi di violenza a pubblico ufficiale.
Della vicenda si sta occupando anche la commissione di Vigilanza del Consiglio comunale, che, in due distinte sedute, ha audito prima il tenente Del Moro e poi la segretaria generale del municipio, Angela Erspamer, per acquisire informazioni sull’iter di accertamento della responsabilità.
La massima dirigente di palazzo di città, nel corso dell’audizione, ha riferito di aver ricevuto il 2 gennaio una “sommaria informativa” della polizia municipale e una relazione del dirigente di settore, Michele D’Annunzio, riguardo all’accaduto e di aver aperto il procedimento, nominando la commissione disciplinare (denominata Ufficio di disciplina), presieduta da Vincenzo Marcello (che è andato in pensione il 1° marzo) e composta dallo stesso D’Annunzio e da un altro dirigente comunale, Stefano Monteferrante.
La commissione si era insediata a fine gennaio, notificando il 3 febbraio la contestazione al dipendente. A fine febbraio la decisione che conclude il procedimento disciplinare: “Multa di importo pari a quattro ore di retribuzione del lavoratore”, si legge nel dispositivo del provvedimento firmato da Marcello.
“Prima di decidere – spiega D’Annunzio – la commissione ha ascoltato le testimonianze sia delle vigilesse che del dipendente. La sanzione è stata comminata in base a quanto prevede la legge Madia in casi del genere”.
Gli avvocati Antonino Cerella e Giuseppe Gileno rappresentano l’impiegato. “L’iniziale contestazione – commenta Cerella – ipotizzava anche la sospensione dal lavoro, che non è stata disposta dalla commissione perché l’accertamento dei fatti ha portato alla loro derubricazione in una fattispecie più lieve prevista dal contratto collettivo nazionale di lavoro delle autonomie locali”.